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  1. #1
    Utente di HTML.it
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    L'Aquila: Ricostruzione e la Bacchetta di Silvan

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    http://www.repubblica.it/2006/a/rubr...terremoto.html

    Pare che per ora i soldi della ricostruzione promessi dal Presidente del Consiglio siano piu' un gioco di prestigio che soldi veri. Ora, il decreto legge e' ancora in fase di lavorazione, quindi quanto scritto qui potrebbe non essere piu' corrispondente al vero (anzi, sarebbe meglio leggere il decreto in se, memore del casino nato in merito alla legge della regione lombardia...) pero', ponendo fosse cosi' come ci viene descritto, la cosa che mi lascia piu' perplesso sono le case in legno, di cui si faceva vanto anche domenica nei telegiornali. Nel caso specifico dell'Abruzzo, e' un po' una presa in giro, mi sembra. Poi che ora si possa utilizzare in quel modo il legno come materiale edile, ben venga, ma sempre nel rispetto dell'ambiente, non come diceva non so quale "esperto" in tv, che vantava l'abbondanza di legno in italia dato che siamo coperti di boschi per un terzo del nostro territorio...
    ATTENZIONE

    Non sono piu' presente sul forum. Ma potrei tornare a rompere le balle all'improvviso per poi sparire di nuovo.

  2. #2
    Utente di HTML.it L'avatar di wsim
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    Mi hai preceduto di poco. Per completezza posto l'articolo intero e non solo, visto che
    sta nascendo in queste ore in Abruzzo una polemica tra le promesse di ricostruzione di Berlusconi e la realtà dei fatti come risulterebbe dall’esame del decreto emanato dal governo.
    Ecco l’articolo di Repubblica e sotto la lettera cui si fa cenno nell’articolo stesso.


    http://www.repubblica.it/2006/a/rubr...terremoto.html

    L'Aquila e il decreto abracadabra
    E' stato ribattezzato "decreto abracadabra" per le innumerevoli devianze creative con le quali accompagna il processo di ricostruzione dell'Aquila e dei paesini circostanti. La luna di miele tra gli abruzzesi e Silvio Berlusconi ha subito una prima e significativa increspatura. La lettura approfondita del decreto legge, e la verifica che i soldi all'Abruzzo in gran parte (4,7 miliardi di euro) saranno racimolati dall'indizione di nuove lotterie, dagli interventi sul lotto, e dai sempreverdi provvedimenti anti-evasione, soldi veri niente, e che in più le risorse saranno spalmate su un periodo lunghissimo (da oggi al 2033) hanno creato fremiti di rabbia dapprima isolati e poi sempre più partecipati.

    Il tam tam ("Berlusconi ci inganna!") è iniziato, e non è una novità, sui blog. Prima Facebook e poi i partiti. Prima i conclavi nelle tende poi le riunioni istituzionali. Una giovane donna, Rosella Graziani, che sa far di conto, ha messo a frutto tutto il tempo ritrovato e fino alla settimana scorsa inutilizzato per radiografare il decreto legge e poi bollarlo in una lettera pubblica: "Mai nella storia dei terremoti italiani avevamo assistito a una ingiustizia tanto grande e a un tale cumulo di menzogne che ha ricoperto L'Aquila più di quanto non abbiano fatto le macerie".

    Quali le menzogne e dove l'inganno? I soldi veri, il cash disponibile che Tremonti rende immediatamente spendibile si aggira sul miliardo di euro. Tolte le spese per l'emergenza, restano 700 milioni di euro destinati alla costruzione delle casette temporanee. E qui il primo punto: 400 milioni saranno spesi per edificarle nel 2009 e 300 milioni nel 2010. Se ne dovrebbe dedurre che la totalità delle case provvisorie sarebbero, è bene riusare il condizionale, realizzate totalmente entro l'anno prossimo. Dunque qualcuno avrebbe un tetto a settembre, qualcuno a ottobre, qualche altro a gennaio, o nella primavera che verrà. E' così? E' il dubbio, maledetto, che affligge e turba.

    Secondo punto: le casette sono sì temporanee ma il decreto le definisce "a durevole utilizzazione". Durevole. Moduli abitativi condominiali, magari lindi e comodi, a due o tre piani. In legno. Ecocompatibili, risparmiosi, caldi. Perfetti. Possono durare decenni.
    E dunque: sarebbero provvisori ma purtroppo paiono proprio definitivi. E, questa è una certezza, sono le uniche costruzioni ad avere pronta una linea di finanziamento. Piccole e sparse new town. New town aveva detto Berlusconi, no? E le case vere? Quelle di pietra?

    Qui la seconda questione campale: sembra, a scorrere gli allegati al decreto, che Berlusconi non possa concedere più di 150 mila euro per la ricostruzione dell'abitazione principale. E per di più questi soldi sarebbero veri fino a un certo punto, perciò la definizione di decreto abracadabra. 50 mila euro li concederebbe - cash - il governo; 50 mila li tramuterebbe in credito di imposta (anticipata dalla famiglia terremotata e ammortizzata in un arco temporale di 22 anni); altri cinquantamila sarebbero coperti con un mutuo a tasso agevolato a carico però del destinatario del contributo.

    Non si sa bene ancora se sarà così strutturato il fondo. Le norme del decreto possono subire fino al prossimo giovedì emendamenti e correzioni. Quel che comunque sembra chiaro è che la somma ipotizzata (150 mila euro) ammesso che venga confermata, sarà sufficiente per una casa di tipo popolare e di nuova costruzione, ma totalmente sottodimensionata per finanziare i lavori di recupero e restauro conservativo. Nel centro storico dell'Aquila ci sono 800 edifici pubblici e 320 edifici privati, sottoposti a vincoli per il loro pregio.

    Recuperi dispendiosi economicamente e, secondo questo decreto, sostanzialmente a carico dei privati.
    Così ieri i sindaci delle aree terremotate si sono ritrovati in conclave e hanno iniziato in un borbottio che è poi sfociato in un documento di dura protesta. "Vogliamo vedere nero su bianco i soldi per la ricostruzione e non solo quelli per le casette transitorie. L'Aquila va costruita dov'era e com'era. Così non sarà: a leggere il decreto i tempi sono dilatati fino al 2033, una data ridicola", ha dichiarato la presidente della Provincia Stefania Pezzopane.

    Ai dubbi che già gonfiano i primi timori si aggiunge poi l'offesa istituzionale subita dagli enti locali. Il governo, promotore della prima legge costituzionale a vocazione federalista, ha accentrato ogni potere di spesa negando finanche al sindaco dell'Aquila, città epicentro del terremoto e capoluogo di regione, le funzioni commissariali esecutive. Penserà a tutto, come al solito, Guido Bertolaso...

    (5 maggio 2009)



    Ecco invece la lettera di Rosella Graziani, cittadina aquilana, pubblicata da “il Messaggero” di Roma


    Mai nella storia dei terremoti italiani avevamo assistito ad una ingiustizia tanto grande e ad un tale cumulo di menzogne che ha ricoperto L’Aquila più di quanto non abbiano fatto le macerie, come è accaduto in occasione del devastante terremoto che l’ha colpita e nel quale, nel giro di una trentina di secondi, tanta gente ha perso tutto, affetti, amicizie, casa, e molti anche il lavoro, per non parlare dei monumenti che rendevano unica la città.

    Mai in tutta la storia della nostra Repubblica è stato negato ai cittadini il risarcimento integrale dei guasti dei terremoti, per la prima casa. Ma questa regola sempre rispettata (come, ad esempio, nel Friuli e in Umbria), non vale per l’Abruzzo. Da un primo esame del Decreto legge n. 39 saltano agli occhi queste particolarità: all’art. 3 non si parla di una cifra specifica, ma nella relazione tecnica allegata si indica la somma di €150.000,00 quale tetto massimo spettante ai singoli cittadini per la prima casa. Orbene, la cifra che sarà poi effettivamente riconosciuta a ciascuno degli aventi diritto, per un terzo dovrà essere coperta con un mutuo a tasso agevolato a carico del cittadino, e per un altro terzo dovrà essere anticipata, sempre dal cittadino, che potrà recuperarlo nell’arco di 22 anni non pagando le imposte, mentre lo stato interviene con denaro liquido solo per l’ultimo terzo.

    Sennonché la caratteristica dell’Aquila e degli altri comuni colpiti è quella di centri storici di particolare valore, costituiti da un grandissimo numero di edifici antichi e pregevoli, 320 dei quali, di proprietà privata, sono sottoposti a vincolo da parte della Soprintendenza. Ci sono poi altri 800 edifici pubblici, qualificati di interesse storico, archeologico e artistico. Ora, come è possibile che un privato possa farsi carico della ricostruzione o del restauro di un edificio vincolato o semplicemente di pregio, accollandosi il 66% della spesa? Si comprende allora come il Decreto legge n. 39, se resterà nelle sue linee essenziali così come è stato concepito, costituirà l’atto di morte di una città e di tutti gli altri centri terremotati, che resteranno nei decenni avvenire cumuli di macerie e di edifici spettrali, cadenti e abbandonati.

    Ma nel decreto n. 39 c’è anche di peggio: all’art. 3, comma 1 , lettera c, si dispone che se un immobile, gravato da un mutuo, è andato distrutto, la Società Fintecna, a richiesta del privato cittadino. si accollerà il mutuo nei limiti del contributo che al predetto è stato riconosciuto, ma diverrà proprietaria di quel che resta dell’immobile. Se però il mutuo supera il contributo riconosciuto, la conseguenza parrebbe essere, dall’esame della norma, che il cittadino dovrà continuare a pagare la parte residua del mutuo: insomma non avrà più la casa ma continuerà a pagare il mutuo. Il rischio è che la città vada per gran parte nelle mani della Fintecna. Ma se, come è facile prevedere, il cittadino non riesce, col contributo e con il mutuo a tasso agevolato, a coprire l’intera spesa per il restauro o la ricostruzione (rispettando, si spera, le norme antisismiche), dovrà contrarre un ulteriore mutuo, a tasso di mercato, con la banche. Insomma quello delineato dal decreto n. 39 è un meccanismo infernale che consegnerà una città nelle mani di banche, finanziarie e usurai.

    L’ultima perla del decreto: dopo aver dichiarato la città “zona franca”, lo Stato non rinuncia a pretendere da quegli sventurati cittadini che si faranno carico della ricostruzione, il pagamento dell’IVA al 20% ( art. 3, comma 1°, lettera d). Ecco cosa miravano a coprire le tante “passerelle” e sceneggiate e come fosse interessata l’esaltazione della dignità degli abruzzesi, “forti e gentili”.

    Dott.ssa Rosella Graziani
    cittadina di L’Aquila; attualmente ospite del padre, insieme alla sua famiglia, in Paglieta (CH)
    me ne sono andato, ma posso sempre riapparire con la grazia e la leggerezza di un B-52 carico di bombe.

  3. #3
    Utente bannato
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    Ma fatelo lavorare.
    Nessun governo, mai, ha fatto tanto e seriamente dopo una sciagura naturale, come questo governo!
    Ci vuole tempo per valutare l'impatto delle decisioni che sono state prese! E' prematuro condannare in questo modo!

  4. #4
    Utente di HTML.it L'avatar di wallrider
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    volevo dire al caposezione PdL di MARCA che il ragazzo è diligente e si applica
    RIP Cicciobenzina 9/11/2010

    "Riseminaciceli, i ceci nell'orto"

  5. #5
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    Originariamente inviato da MARCA
    Ma fatelo lavorare.
    Nessun governo, mai, ha fatto tanto e seriamente dopo una sciagura naturale, come questo governo!
    Ci vuole tempo per valutare l'impatto delle decisioni che sono state prese! E' prematuro condannare in questo modo!
    povero Silviooooooooo ce l'han tutti con luiiiiiiii

  6. #6
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    Originariamente inviato da wallrider
    volevo dire al caposezione PdL di MARCA che il ragazzo è diligente e si applica
    credo Webus lo sappia già

  7. #7
    Utente di HTML.it L'avatar di wsim
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    Originariamente inviato da MARCA
    Ma fatelo lavorare.
    Nessun governo, mai, ha fatto tanto e seriamente dopo una sciagura naturale, come questo governo!
    Ci vuole tempo per valutare l'impatto delle decisioni che sono state prese! E' prematuro condannare in questo modo!
    Questo è quello che dice "Studio Aperto", adesso vediamo se ci sono altri pareri, premesso che è ovvio che i tempi per una ricostruzione post-terremoto saranno logicamente lunghi e che in tempi di campagne elettorali si dice di tutto e di più da ogni parte.
    me ne sono andato, ma posso sempre riapparire con la grazia e la leggerezza di un B-52 carico di bombe.

  8. #8
    Utente di HTML.it
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    lasciate perdere il troll e parliamo dell'argomento, per piacere
    ATTENZIONE

    Non sono piu' presente sul forum. Ma potrei tornare a rompere le balle all'improvviso per poi sparire di nuovo.

  9. #9
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    Originariamente inviato da MARCA
    Ma fatelo lavorare.
    Nessun governo, mai, ha fatto tanto e seriamente dopo una sciagura naturale, come questo governo!
    Ci vuole tempo per valutare l'impatto delle decisioni che sono state prese! E' prematuro condannare in questo modo!
    marca, è da appena dopo la scossa che sono iniziate le polemiche su silvio; s'è fatta polemica pure perchè aveva indossato un elmetto da pompiere, e secondo te non si fa ora che si parla di soldi? ma se non si aspettava altro.
    è il teatrino della politica, non c'è nulla di strano.

  10. #10
    Utente bannato
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    Originariamente inviato da wsim
    Questo è quello che dice "Studio Aperto", adesso vediamo se ci sono altri pareri, premesso che è ovvio che i tempi per una ricostruzione post-terremoto saranno logicamente lunghi e che in tempi di campagne elettorali si dice di tutto e di più da ogni parte.
    si ma le questioni vere sono: ospedale a fine maggio? case a settembre?
    A me paiono dei begli spottoni come al solito

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