Oh voi giovini,cominciate a preparare le valigie o a soccombere.....e che i "sinistri" (e non solo) prendano coscienza di ciò che li attende.....
L'inchiesta di Giulio Meotti
Europa multietnica
Chiese convertite in moschee, l’islam prima religione ad Amsterdam, segregazione e sharia di stato. Il multiculti olandese è morto. Bolkestein: “Mi chiamarono razzista, oggi è realtà”. Ecco perché Wilders ha successo
Giulio Meotti è stato due settimane in Olanda, paese multietnico all’avanguardia nella collisione fra l’islam e la democrazia occidentale. La sua è un’inchiesta sul successo di Geert Wilders e il tramonto del multiculturalismo.
Al numero 114 di Jan Hanzenstraat c’è il cuore della moderna schizofrenia olandese. E’ lì che si trova la moschea el Tawheed, “il Monoteismo”, una delle più popolari in città. Un luogo unico al mondo, che soltanto in Olanda potrebbe esistere. Siamo nel quartiere operaio di Old West, che qui chiamano “South Bronx”. Una scritta in perfetto olandese invita a rispettare la privacy. Al di là della strada un coffeshop serve droghe leggere e graffiti di donne nude con bocche da fellatio adornano le mura attorno. Accanto alle ragazzine in t-shirt passano donne musulmane in burqa e chador. La moschea, di proprietà saudita, divenne nota il 2 novembre 2004 quando Mohammed Bouyeri, un giovane islamista che frequentava il luogo di preghiera, tagliò la gola al regista Theo van Gogh, discendente del fratello del celebre pittore Vincent. Qui pregava Samir Azzouz, condannato a otto anni per aver progettato l’assassinio di Geert Wilders, politico antiislamico che ha buone possibilità di vittoria alle prossime elezioni europee. L’imam è un egiziano che gestisce un ristorante dall’altra parte della strada e la moschea offre lezioni in olandese per i molti convertiti all’islam dalla pelle bianca. Ma anche prima che Bouyeri tagliasse “come una pagnotta” la gola a Van Gogh, la moschea era assurta alle cronache per aver venduto libri che giustificano l’uccisione degli omosessuali e la lapidazione delle adultere. E’ una delle moschee che Wilders vorrebbe chiudere.
“Il fallimento del multiculturalismo è l’incontro fatale fra la perdita di Dio e la globalizzazione”, ci spiega Jos de Beus, filosofo della politica all’università di Amsterdam, laburista. Dati dell’ufficio centrale delle diocesi olandesi dicono che fra il 1973 e il 2002 oltre 240 chiese cattoliche sono state riconvertite in moschee, palestre o showroom. La chiesa protestante il Seminatore di Amsterdam oggi è la moschea Fatih. L’ultimo caso nel giorno di Pasqua, un mese fa, quando a Groningen una chiesa protestante è stata convertita in moschea. Il simbolo dell’ipersecolarismo è Oude Kerk, la più celebre chiesa di Amsterdam, risalente al XIII secolo, l’edificio più antico della capitale olandese. Di fronte ha molte vetrine di prostitute. La chiesa serve per esposizioni e può essere affittata per cene di gala. Davanti c’è il Sexyland che offre “Live Fuck Shows” (sesso dal vivo), l’High Time Coffeshop per le droghe leggere e l’Erotic Supermarket per i dildos, i peni artificiali venduti ovunque in città. Davanti alla chiesa un monumento: “Rispetto per le lavoratrici del sesso di tutto il mondo”. Costa sette euro visitare la chiesa che domina il quartiere. In una vetrina di oggettistica porno c’è una statua di bronzo con un energumeno che lecca una vagina. A pochi metri da qui però ci sono negozi di islamici in cui le donne non possono entrare. Siamo ad Amsterdam, dove l’islam è la prima religione. E i minorenni musulmani sono già maggioranza.
Diciotto anni fa, quando sul giornale Volkskrant uscì un suo articolo sull’islam, Bolkestein fu tacciato di razzismo e accusato di essere un mercante di paure. Era profetico, ma all’epoca non si parlava di islam, stava crollando l’Unione sovietica, l’economia olandese non era mai cresciuta tanto quanto in quegli anni, si stava facendo la storia delle multinazionali, nasceva la Endemol del Grande fratello, l’ottanta per cento della popolazione aveva un lavoro fisso e la seconda generazione di musulmani da Marocco, Turchia e Indonesia stava facendo grandi passi in avanti. Poi, fra il 2002 e il 2004, due omicidi legati all’islam misero fine a quel sogno sinistro e dolciastro.
L'articolo è molto più lungo e si può leggere su:http://www.ilfoglio.it/soloqui/2401
ed è inquietante.