Un bell'articolo, forse eccessivamente prolisso, su LeScienze di maggio: "Sfida quantistica alla relatività speciale".
L'articolo narra la storia dell'incontro-scontro tra le due teorie fondamentali della fisica che attualmente consideriamo valide.
Da una parte la relatività, creata da Einstein verso il 1910 ( cominciò probabilmente verso il 1905 a lavorarci ).
Dall'altra la meccanica quantistica, paradossalmente con il contributo iniziale dello stesso Einstein.
Perchè scrivo paradossalmente? Perchè Einstein non ci credette fino in fondo... "Dio non gioca a dadi" e sfidava spesso Bohr a risolvere problemi cercando di mettere in crisi le sue convinzioni ( il termine "quanto" è stato appunto ideato da Bohr ).
L'articolo esamina buona parte degli approcci filosofici e delle contese su questi argomenti, non troverete calcoli matematici ma algoritmi e teorie e in particolare si occupa del paradosso EPR e dell'ovvia antitesi tra i risultati dell'esperimento e la località insita nella relatività.
Tratta quindi di quello che potete trovare anche su wikipedia, le disuguaglianze di Bell eccetera... la parte più interessante dell'articolo per chi già conosce questi argomenti rimane quindi la parte finale intitolata "C'è speranza per la relatività speciale?" dove si esplicitano alcune nuove teorie in cui il tempo è una dimensione come le altre e per cui anche per lui vale la non località!
Conclude quindi, come prevedibile, santificando la meccanica quantistica come strumento privilegiato per "affacciarci su questo livello più profondo di realtà" e una bella sviolinata alla relatività e il "maestro sottovalutato" Einstein
http://lescienze.espresso.repubblica...eciale/1338181