Chissà perché, ogni tanto le authority italiane si svegliano dal loro lungo sonno. Stavolta tocca all’sms. Pare sia troppo caro. Ma va’? Che bella novità, peccato siano ormai 15 anni che i gestori lucrano alla grande sugli sms. La notizia dell’Authority che insorge improvvisamente contro il costo eccessivo degli sms è un po’ su tutti i giornali.
E’ assodato tuttavia, e non da ieri, che il loro costo reale è infinitesimale rispetto a quanto ci viene fatto pagare. Secondo uno studio di Tele2, il costo di un sms per i gestori è quasi zero: a farla grossa, dovrebbero costare al massimo circa un centesimo di euro. Eppure tutti i gestori ce li fanno pagare circa 15 centesimi di euro, con ricavi di oltre il 90% che non hanno corrispettivo in nessun altro prodotto industriale. Un business gonfiato quindi oltre i limiti della decenza.
Qualcuno ricorderà che all’inizio della telefonia mobile, gli sms erano addirittura gratis. Poi i gestori hanno intuito il business, e li hanno fatti pagare 250 lire. Con l’euro, hanno “arrotondato” a 15 centesimi, 300 lire. Prezzi gonfiati all’inverosimile e un evidente cartello tra gestori che dura da oltre un decennio. Eppure le authority non si sono mai accorte di nulla, hanno dormito per anni in un sonno profondo. A che si deve allora questo improvviso risveglio?
Leggendo meglio gli articoli dei giornali, si scopre che la causa è una direttiva europea: dal primo luglio infatti il costo di un sms in ambito UE non potrà superare gli 11 centesimi. Potevano le nostre authority, le nostre belle addormenate, farsi sorprendere così in malomodo? Saremmo arrivati al ridicolo che un sms spedito nella città di Milano o Roma, sarebbe costato più di uno spedito da Atene a Londra o da Madrid a Berlino. La domanda allora sorge spontanea: a che servono le Authority?