Nota di Pao: Una volta di più abbiamo sotto gli occhi che è molto più facile parlare di Sicurezza stradale, piuttosto che farla. L’articolo di Caprino evidenzia come interessi privati e politici, una volta di più, abbiano la meglio su proposte ragionevoli e migliorative che, alla fine dei conti, poterebbero a salvare vita umane.
Come sempre chi prende (o non prende) decisioni legate alla sicurezza, legge numeri, cifre, dati, dimenticandosi che si riferiscono a persone. Talvolta anche i politici dovrebbero fare un paio di settimane all’anno come volontari del 118 ed andare a raccogliere motociclisti decapitati e forse, dopo, vedrebbero le cose diversamente.
Mia nipote, volontaria del 118 da alcuni anni, mi ha raccontato un giorno della “…ricerca della testa di una vittima di un incidente che era rotolata via….”. Ecco, io avevo la pelle d’oca al pensiero di questa ragazza che cammina a bordo strada a cercare una testa. Non è CSI, è vita vera. Forse sarebbe il caso di ricordarlo quando si prendono decisioni che, con un colpo di penna, contribuiscono a quell’8% di incidenti causati da carenze delle strade.
°°°
Un nostro smaliziato lettore lo aveva previsto: il 19 maggio, quando avevo scritto che a giugno l’Italia avrebbe potuto ottenere dal Cen (organismo tecnico europeo) la deroga necessaria per sperimentare guard-rail con protezioni inferiori per non ghigliottinare i motociclisti che cadono e vi sbattono contro, aveva inserito un commento molto scettico. Del tipo: “In ballo ci sono troppi interessi, non lo faranno mai”. E infatti la proposta italiana è stata bocciata.
Alla faccia del movimento di opinione che si è formato nel nostro Paese, sfociando nella manifestazione del 26 aprile a Roma (poco riuscita, ma solo a causa del maltempo). E alla faccia del fatto che l’Acem (associazione europea dei costruttori di moto, che tra l’altro ha in corso questa interessante campagna
www.acem.eu/cartoon/indexit.html) sottolinei quell’8% di incidenti dovuto a carenze delle strade.
Inizialmente alla deroga per l’Italia si sono opposti i tedeschi (che poi hanno un sistema opposto al nostro: lo Stato disegna le barriere e ai costruttori non resta che fabbricarle, mentre da noi sono tutte iniziative private). Poi si è alzato anche il rappresentante spagnolo (curiosamente, la Spagna la sua sperimentazione l’ha avviata…), dicendo che concedere una deroga anche all’Italia avrebbe motivato le richieste anche di altri Stati e sarebbe stato il caos. A quel punto, si è formata una maggioranza contro la richiesta italiana.
Alla direzione generale Sicurezza stradale del ministero delle Infrastrutture, però, sembra non si diano per vinti: stanno studiando altre soluzioni. Di ripiego, ma pur sempre soluzioni. Vedremo.