Originariamente inviato da NyXo
La parresia e' la liberta', nonche' in un certo senso il dovere, di dire tutto cio' che ci pensa.
La parresia vigeva ad Atene, i cui cittadini ritenevano che la verita' potesse scaturire esclusivamente dalla perfetta sincerita', ossia dalla completa identita' fra parola e pensiero.
Il Paul Michel Foucault, filosofo e storico, fa pero' alcune considerazioni importanti.
La parresia implicherebbe non solo il fatto di dire esattamente cio' che si pensa - se cosi' fosse non ci sarebbe bisogno di scomodare un nuovo concetto diverso da quelli di sincerita' e tolleranza - ma anche il fatto che in quel momento chi parla sia di fronte al pericolo di una sanzione, sia essa di tipo sociale, giuridico o personale.
Dire esattamente tutto cio' che si pensa quando questo non implichi alcun tipo di rischio o svantaggio e' infatti caratteristica di ogni essere umano (a parte i mentitori patologici)
Parresia e' invece - secondo Foucault - prerogativa del saggio e dell'uomo libero, che assurge a questo livello di liberta' in barba a cio' che essa puo' comportare.
Galileo e' un ottimo esempio di parresia. Ma anche il suo processo e' interessante da questo punto di vista. Nemico della parresia, e quindi della verita', sarebbe non solo l'oscurantismo (di qualunque oscurantismo si parli), ma anche la prudenza.
Bellarmino ad esempio, secondo alcune ricostruzioni, era persino affezionato in qualche modo a Galileo, e cerco' di convincerlo ad abiurare, e quindi salvarsi, non perche' le sue idee fossero sicuramente sbagliate e contrarie alla dottrina della chiesa, ma perche' la loro diffusione avrebbe gettato scompiglio e confusione fra la gente.
Bellarmino sarebbe stato cioe' non un irriducibile nemico della verita', ma uno di quelli che della verita' temeva le conseguenze. E parresia dunque non e' solo l'esercizio della liberta' di parola affinche' essa porti alla verita', bensi' il non temere le conseguenze della verita' (o comunque di cio' che si crede fermamente e in tutta coscienza essere tale)
Altro esempio di parresia e' senza dubbio Cristo, il quale conoscendo benissimo quale sarebbe stato il risultato delle sue parole, non esito' a proferire davanti a Caifa parole che per i bembri del Sinedrio erano inequivocabilmente tra le bestemmie piu' audaci che avessero mai sentito.
Quattro secoli prima un destino simile era toccato a Socrate, che in nome della parresia, e senza la convinzione che su di lui pesasse il destino del mondo, si lascio' condannare per empieta', pur bastandoli ben poco per salvarsi.
Inotlre questi 3 eventi hanno in comune il fatto di aver cambiato, e di molto, il mondo occidentale.
che ne pensate? vi viene in mente qualcun altro di simile?