Il concetto di libero arbitrio e' sopravvalutato, oltre che vetusto.
E' un concetto funzionale alla religione e alla filosofia per spiegare la natura del comportamento umano; ma e' un artificio che nasce quando l'uomo non ha ancora appreso alcuni concetti che, di fatto, potrebbero renderlo superfluo. O comunque decisamente ridimensionato.
Alla religione serviva per spiegare che Dio non ha gia' deciso il nostro destino, e possiamo quindi sempre scegliere tra il bene e il male. Serviva anche a poter dire che non bisogna accusare Dio del male che compie l'uomo. E serviva infine a poter accusare i peccatori: senza il libero arbitrio un peccatore non avrebbe colpe maggiori di un bravo credente, essendo stato cosi' creato da dio ed essendo le sue decisioni scelte dal volere divino.
Gia', senza il concetto di libero arbitrio non sarebbe stato possibile uccidere gli infedeli, perche' la loro infedelta' sarebbe stata volere di Dio, e non si combatte il volere di Dio.
Alla filosofia invece il libero arbitrio serviva per separare l'uomo dal regno animale.
Un cervello lo avevamo tutti - uomini, cervi, orsi, giovenche - e non sapevamo mica quali fossero le differenze fra il nostro e quello delle altre specie. E non sapendo individuare nel cervello le differenze responsabili della non completa istintivita' e predicibilta' del comportamento umano, bisognava introdurre una categoria quasi metafisica come appunto il "libero arbitrio": noi lo abbiamo, gli altri no.
In effetti a qualcuno doveva essere sembrato non banale il dover spiegare come mai se dai una bastonata a un cane assassino questo si incazza e ti azzanna, mentre un essere umano a volte porge l'altra guancia, e a volte addirittura ti dice "si' ancora, mi piace "
Del resto fino al secolo scorso la scienza conosceva solo meccanicismo, e l'unico modo per sfuggire al determinismo era introdurre concetti extra-corporei come l'anima. altrimenti si sarebbe dovuto affermare che ogni azione umana e' predeterminata.
Tra l'altro negli anni '50 l'avanguardia della psicologia e' rappresentata da studiosi che, volendo dotare la disciplina di un metodo scientifico - sono pero' ancora fermi alla fisica newtoniana, cercando di applicare equazioni al comportamento umano, che pero' non prendono ancora in considerazione tutte le nuove possibilta' aperte da relativita', fisica quantistica e studio dei sistemi complessi.
E tuttora al giorno d'oggi l'uomo comune (e non intendo quello che guarda studio aperto, intendo anche gente che ha una certa cultura - prima che qualcuno mi fraintenda: per culutra non intendo la conoscenza del latino ) non ha ancora fatto completamente propri alcuni concetti che sono fondamentali per un'interpretazione piu' matura e moderna del mondo e del comportamento umano.
Fino al secolo scorso - dicevo - si conosceva solo il meccanicismo, per cui ogni comportamento corporeo ha una causa, e conoscendone le cause e' di fatto prevedibile. Cio' che non e' prevedibile deve avere un'altra qualche natura. E appunto si introduce il libero arbitrio.
Ma magari il libero arbitrio non esiste. Magari siamo liberi come l'elettrone di un fascio sparato attraverso due fessure o come un mazzo di carte mischiato o come un sistema complesso qualsiasi.
Al giorno d'oggi esistono molteplici concetti che possono spiegare - rimanendo nel campo della scienza e del corporeo - la non predicibilita' di un comportamento, e quindi anche delle scelte umane , senza dover introdurre un concetto come il libero arbitrio.
Probabilmente fra un millennio, se l'uomo ci sara' ancora, il problema del libero arbitrio sara' ricordato alla stessa stregua del dibattito sugli universali.