Io non sono propriamente uno di quelli che amano passeggiare e, ancor meno, amo frequentare i posti-comuni, ovvero quelli che sono frequentati dalle masse di popolo, ma avevo voglia di un gelato e mi sono recato presso una di quelle gelaterie pret-a-porter che si trovano lungo il viale Ceccarini, a Riccione .
Una coppetta bacio e alabama. Buono e fresco che, nella calura delle quattro e mezza, mi ha fatto solo bene.
Ho poi deciso di fare una breve visita al turismo di massa.
Di massa in effetti ce n'era veramente poca e, per essere ferragosto - di sabato, mi ha fatto pensare al peso di una crisi che nessuno riesce a capire se c'è o no.
Come sempre accade, ci sono i "fenomeni" che ho osservato con piacere.
C'erano i turisti "Guardate che fisico", quelli che vanno in giro a torso nudo tutto il giorno ed anche di sera, per mostrare il pettorale gonfio (o gonfiato) e l'addominale-tartaruga (Ninja). Camminano a tratti e nel momento di pausa fanno una lenta piroetta, per non escludere nessuno dalla contemplazione del fisico innaturale, ma che-fa-figo.
Sono pompati talora in modo pacchiano ed hanno anche il cattivo gusto di depilarsi e mostrare una follicolite diffusa che, per chi ha la fobia delle malattie, teme che possa trattarsi di un contagiosissimo Herpes Zoster.
Quelli un po' più pudici indossavano una canotta modello "Muratore anni '60" con scollatura anteriore a livello ombelicale.
Poi c'erano i soggetti "Take a look on my tattoo". Canottati, abbronzati, con tatuaggi a tutto braccio, rigorosamente monocolore e con motivi astrusi, ma sempre un po' tra il vichingo, il fantasy e l'horror.
Sono spessissimo dotati di accessori come piercing alla otorinolaringoiatra (labbro-naso-orecchio-lingua), braghe a mezza-chiappa, con mutanda finta-firma, scarpe All Stars-like con lacci rigorosamente li per bellezza e capello a leccata sulla fronte sopra o sotto l'occhiale in cinemascope. Altrimenti mostrano una rapata selvaggia chemio-style.
Anche questi camminano gesticolando con il braccio tatuato, al quale fanno fare piroette alla Yuri Chechi.
Poi c'erano le Trio-trans-girls, che vanno in giro in tre.
Occhialoni a 22 pollici, borsettina porta-salvaslip, camminata maschia, tatuaggio sacro-iliaco, monorecchino e parlata biascicata non a bassa voce.
Mancava loro solo il rutto da 7 secondi ed una grattatina agli ovetti.
Erano al di fuori di qualsiasi desiderio maschile e dei veri e propri maschi mancati. Trans al contrario!
Poi c'erano uno o due esemplari di Femmina verace. Sono quelle femmine del genere umano, alle quali un cinquantenne come me non risparmia una occhiata compiaciuta e un pochino bramosa.
Abitino leggero adagiato su curve ben fatte, a sfiorare un corpo molto ben architettato, camminata soffice, gesti misurati ed un sorrisino traditore della loro consapevolezza di piacere agli uomini.
E infine la Pantera (vecchia) Rosa.
Credetemi, era veramente un fenomeno.
Camminava insieme ad una amica, anche lei ultra 55enne, ma molto meno appariscente.
Suddetta pantera era così abbigliata:
- costumino mare bianco da 7 grammi con reggiseno della Barbie e tanghino infrachiappe, indossato su un fisico evidentemente scaduto/scadente
- sopra al costumino un tulle rosa a mo' di vestito a maniche lunghe, con trasparenza indecente. Peccato che la trasparenza facesse trasparire anche rughe e grinze che sarebbe stato più decoroso celare sotto un più sobrio abito bianco.
- ai piedi due zatteroni 17cm con tomaia bianca
- cavigliera di bigiotteria
- borsone fantasia e cappellone a tesa larga
- Occhialone
Camminava alla funambola, parlando e gesticolando.
Un autentico fenomeno del cattivo gusto, tanto che alcuni ragazzacci ventenni, vedendola passare, si scambiavano gomitate, ridendole quasi direttamente in faccia con una espressione tra l'incredulo e il disgustato.
E' vero che ognuna ha il diritto di andare in giro come meglio le confà, ma ammetto che più che una signora fieramente testimone della sua età, sembrava una tardona con crisi cronologica.
Eh, Riccione è così; passerella di moda e di vergogne che meritano una occhiata, se non altro per convincersi che il mondo è bello perchè è [a]vari[at]o!