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  1. #1

    Ricerca scientifica in Italia

    Giusto ieri sentivo la notizia dell'importante scoperta fatta da due ricercatori italiani in America su una proteina la cui mancanza è forse causa dello sviluppo di tumori cerebrali.
    Al di là della buona notizia (soprattutto per i possibili sviluppi che potrebbe avere) fa invece molto dispiacere sapere i motivi che hanno spinto i due ricercatori ad emigrare in America per poter proseguire le ricerche.


    fonte di un giornale di sinistra

    altra fonte per quelli a cui "la Repubblica" fa cagare

    Già in altre situazioni analoghe si era parlato di difficoltà nella ricerca: mancanza di finanziamenti, di strutture adeguate, etc etc.
    Ma qui siamo proprio di fronte al più bieco nepotismo: per anni i due ricercatori sono stati costretti ad inserire come cofirmatari nelle loro ricerche il figlio del primario del reparto di pediatria oncologica dell'Ospedale Gemelli di Roma, costretti ad accettare collaboratori imposti dall'alto.... che tristezza.

    Qui (sempre da Repubblica) è riportato un articolo di una decina di anni fa in cui si raccontano i fatti dell'epoca. Non credo sia cambiato molto da allora.

    Poi non occorre chiedersi come mai nella lista delle migliori università del mondo nelle prime 200 solo una è italiana (Bologna, al 95° posto: fonte ): la risposta è qui sopra

  2. #2
    Utente bannato
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    1

    Re: Ricerca scientifica in Italia

    Originariamente inviato da caimano73
    Poi non occorre chiedersi come mai nella lista delle migliori università del mondo nelle prime 200 solo una è italiana (Bologna, al 95° posto: fonte ): la risposta è qui sopra
    beh, il fatto che delle prime 50 solo 10 siano non USA, di cui due inglesi e due canadesi mi fa leggermente supporre che la statistica sia leggerissimamente di parte.
    Se avessero istituzioni così efficienti, perché cercherebbero di accaparrarsi laureati usciti da università che non sono nemmeno lontanamente paragonabili alle loro?

  3. #3
    Utente di HTML.it L'avatar di sustia
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    Originariamente inviato da pythone
    beh, il fatto che delle prime 50 solo 10 siano non USA, di cui due inglesi e due canadesi mi fa leggermente supporre che la statistica sia leggerissimamente di parte.
    Se avessero istituzioni così efficienti, perché cercherebbero di accaparrarsi laureati usciti da università che non sono nemmeno lontanamente paragonabili alle loro?
    Forse perché a loro interessa la qualità e non il cognome di chi fa ricerca?

    Anche quello fa statistica.

  4. #4

    Re: Re: Ricerca scientifica in Italia

    Originariamente inviato da pythone
    beh, il fatto che delle prime 50 solo 10 siano non USA, di cui due inglesi e due canadesi mi fa leggermente supporre che la statistica sia leggerissimamente di parte.
    Se avessero istituzioni così efficienti, perché cercherebbero di accaparrarsi laureati usciti da università che non sono nemmeno lontanamente paragonabili alle loro?
    Forse perchè l'Università non è solo didattica? In Italia la scuola non è male (anzi, non era male...), ma dopo la laurea chi vuole restare a fare ricerca seria vede tutte le porte chiuse, a meno che non decida di accodarsi al barone di turno.
    Le scuole di base americane fanno abbastanza cagare (in alcuni casi basta saper giocare bene a pallacanestro ed arrivare al diploma analfabeti), ma le eccellenze nel campo della ricerca universitaria che si hanno in america qui ce le sognamo.

    E poi tieni conto che la ricerca che ho postato come fonte è fatta da un centro di ricerca spagnolo (l'equivalente del nostro CNR). Ci sono tante altre classifiche in giro sulla rete (giapponesi, europee, americane) ed in tutte le classifiche l'Italia latita e gli USA primeggiano abbondantemente, io ne ho postata giusto la prima che mi sembrava abbastanza recente.

  5. #5
    Utente di HTML.it L'avatar di TeoB
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    Re: Ricerca scientifica in Italia

    Originariamente inviato da caimano73

    Ma qui siamo proprio di fronte al più bieco nepotismo: per anni i due ricercatori sono stati costretti ad inserire come cofirmatari nelle loro ricerche il figlio del primario del reparto di pediatria oncologica dell'Ospedale Gemelli di Roma, costretti ad accettare collaboratori imposti dall'alto.... che tristezza.
    Funziona anche all'inverso purtroppo. Cioè tu, che magari stai pubblicando un articolo, chiedi al pezzo grosso di dargli una lettura (magari l'argomento lo interessa) e lo infili tra i nomi cosí da avere piú possibilità che una buona rivista sia interessata.

    Siamo all'assurdo in cui giovani laureati, hanno già all'attivo dalla quattrocento alle cinquecento pubblicazioni scientifiche[...]Per questo i concorsi diventano barzellette.
    Questa è pura fantasia. Quattrocento-cinquecento pubblicazioni scientifiche non ce le ha manco un premio Nobel, ma stiamo a scherzare?

    Prima cosa: in Italia non lo so, ma in qualunque altro posto al mondo conta veramente qualcosa se sei il primo autore (quello incaricato del progetto) o l'ultimo (chi è a capo del laboratorio di ricerca). Il resto degli autori solitamente non ha fatto moltissimo quindi puoi avere tutte le pubblicazioni che vuoi come secondo autore e resti cmq dietro quello che ha una sola pubblicazione, ma come primo autore.

    Secondo: anche se fossero 400 pubblicazioni portate avanti dal proprio laboratorio (dove puoi decidere chi fare collaborare con chi) in una carriera da leader di laboratorio (30 anni a dir tanto) fanno 12 pubblicazioni l'anno. Una al mese. I tempi medi per una pubblicazione degna di nota in quel campo sono 3 anni. Ergo quel numero è pura fantasia.

  6. #6
    Utente di HTML.it L'avatar di sustia
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    Originariamente inviato da TeoB
    Prima cosa: in Italia non lo so, ma in qualunque altro posto al mondo conta veramente qualcosa se sei il primo autore (quello incaricato del progetto) o l'ultimo (chi è a capo del laboratorio di ricerca). Il resto degli autori solitamente non ha fatto moltissimo quindi puoi avere tutte le pubblicazioni che vuoi come secondo autore e resti cmq dietro quello che ha una sola pubblicazione, ma come primo autore.
    Ultimamente tengono in considerazione anche il corresponding author, che può essere diverso dagli altri due.

  7. #7
    Utente di HTML.it L'avatar di TeoB
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    Originariamente inviato da sustia
    Ultimamente tengono in considerazione anche il corresponding author, che può essere diverso dagli altri due.
    Ah, mai visto un corresponding author diverso dall'ultimo autore

  8. #8

    Re: Re: Ricerca scientifica in Italia

    Originariamente inviato da TeoB

    Prima cosa: in Italia non lo so, ma in qualunque altro posto al mondo conta veramente qualcosa se sei il primo autore (quello incaricato del progetto) o l'ultimo (chi è a capo del laboratorio di ricerca).
    Se non ricordo male sino a 3 firme si ha lo stesso punteggio, ma non ne sono sicurissimo.

  9. #9
    Utente di HTML.it L'avatar di TeoB
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    Re: Re: Re: Ricerca scientifica in Italia

    Originariamente inviato da RombodiSuono
    Se non ricordo male sino a 3 firme si ha lo stesso punteggio, ma non ne sono sicurissimo.
    Ammazza. Se è vera questa cosa è allucinante e non fa altro che favorire quel sistema mafioso menzionato da Repubblica.

  10. #10

    Re: Re: Re: Re: Ricerca scientifica in Italia

    Originariamente inviato da TeoB
    Ammazza. Se è vera questa cosa è allucinante e non fa altro che favorire quel sistema mafioso menzionato da Repubblica.
    Infatti è per quello che molti inseriscono i loro protetti in molte pubblicazioni anche se non hanno mai lavorato al progetto.
    L'anno scorso ho lavorato con un tizio che collaborava con l'università, se anche la metà delle cose che mi ha raccontato è vera ci sono cose allucinanti (e comunque a buona parte ci credo perchè conosco i soggetti in questione e sono degli incompetenti fatti e finiti con l'unico merito di avere parenti che li sponsorizzano e gli spianano la strada).

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