napolitano finalmente mostra insofferenza nei confronti del governo e in particolare del presidente del consiglio.
Lo fa non per la legge sulle intercettazioni, sull'uso della fiducia, sull'impunità del premier, ma su una questione di fondamentale importanza (per lui): i festeggiamenti del 150° dell'unità d'italia.
E' uscita la solita "nota" del quirinale (l'unico palazzo al mondo che parla):
"In relazione al dibattito in corso sulle celebrazioni del 150/mo anniversario dell'Unità d'Italia si precisa che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nella lettera inviata lo scorso 20 luglio al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi aveva sottolineato come occorra ormai con la massima urgenza un chiarimento: se necessario, un esplicito e preciso ripensamento selettivo, e dunque ridimensionamento del programma di investimenti infrastrutturali, tenendo conto delle disponibilità del bilancio pubblico (Stato, Regione ed Enti locali). E nello stesso tempo, una soddisfacente definizione delle iniziative più propriamente rispondenti al carattere e agli scopi di una seria celebrazione dell'evento. Su questa base ed entro limiti che dovranno e vorranno porsi, certezza delle risorse su cui poter contare"
"Si fa altresì presente - prosegue la nota - che nella lettera inviata il 23 luglio al Presidente del Comitato Italia 150 di Torino, professor Antonio Saitta, il capo dello Stato aveva espresso l'auspicio che "possano superarsi i ritardi e si giunga ad approvare finalmente un programma articolato su pochi ma significativi progetti di carattere prevalentemente culturale, pedagogico e comunicativo, diretti a rappresentare e rafforzare la nostra identità nazionale"
in altre parole, traducendo il linguaggio aulico della "nota" (pare sia stata scritta da Petrarca resuscitato per l'occasione) il quirinale chiede: come avete intenzione di festeggiare?
risposta del governo: