Ero appena arrivato, un lungo viale anonimo, e poi questo immenso cortile. Lo zaino, un parallelepipedo di stoffa con le catenelle, la divisa da libera uscita, e anche un pò di paura, chissà chi avrei trovato, lì in Toscana. All'ombra della camerata grande e deserta, una voce, inflessione vagamente pugliese: “di che scaglione sei?”, “Del sesto”, risposi. “Ah, credevo fossi una scimmia!” e rise. Il caporale era un tipo gioviale, ma perchè, una scimmia? Appresi in breve che le reclute appena arrivate dal CAR, le chiamavano “scimmiette”. A Cividale, invece, le reclute, che scendevano timorose dal camion nel cortile, erano appellate “rospi, rospetti”. Ogni caserma aveva le sue parole, i suoi modi di dire.
Lo scienziato Boncinelli, in un breve articolo sulla rivista “Le Scienze” di agosto tratta della creazione dei linguaggi. Secondo alcuni studi sugli uccelli, sebbene sia vero che un linguaggio si apprende, grazie all'ambiente, ai genitori, lo si assorbe grazie a questa "full immersion”, pare anche che vi sia, già negli uccelli, anche una capacità, una spinta innata, a crearli, i linguaggi. Come dire, si apprende un linguaggio, ma anche lo si crea. I famosi “pidgin” sono lingue semplificate, come struttura e vocabolario, inventate da popolazioni a contatto fra loro, ma senza il tempo per apprendere le lingue reciproche.
Esempio tipico era il “Fanagalo” parlato nelle miniere d'oro dell'Africa del Sud, dai minatori di varie nazionalità, per parlare fra loro.
Accade però, alla generazione successiva di coloro che usava un “pidgin”, di sviluppare lingue più articolate, più complete, che poi si definiscono “creole”. Insomma c'è proprio negli esseri umani una tendenza a creare linguaggi, a ingegnarsi nel voler comunicare in modo originale. Del resto, fateci caso, se vai sull'internet, in molte community, esistono parole comprensibili solo ai frequentatori, termini che sono molto pregnanti per chi è del luogo (virtuale), ma oscuri all'occasionale virtuale viandante.
Per esempio in questo ricco e florido forum vi sono termini ad hoc, molto pregnanti, come "fagiano", sconosciuti ai viandanti occasionali, ma ben chiari all'abituale avventore.