È vero che il vetro va lavato o non si recupera? Che piatti e bicchieri di plastica non si riciclano? E che fine fa il tetrapak, con quel suo essere a metà tra carta e plastica? Abbiamo provato a rispondere. Provato, perché una regola unica non esiste. Neppure sulla cacca dei cani.
Si fa presto a dire plastica. Almeno finché non si spalanca davanti, interrogativa, la bocca della pattumiera. Delle bottiglie dell’acqua o del flacone dello shampoo è ormai scontata la destinazione finale. Ma il pupazzetto rotto? Dove si butta? Nel raccoglitore della differenziata? No. E la bacinella? Nemmeno. Piatti e posate monouso? Per carità. Il barattolo della colla? Ma mi faccia il piacere… Inutile obiettare che si tratta sempre dello stesso materiale: il cassonetto della plastica, quasi in ogni città, ci respingerà schifato, vietandoci di mettere dentro questo e quell’altro ancora.
... piatti e posate di plastica (o anche le custodie di cd e dvd) potrebbero diventare materia prima per un pullover in pile o un cestino della spesa, seguendo lo stesso percorso delle bottiglie fabbricate generalmente a partire dallo stesso polimero (il polietilene o il Pet). Se questo non avviene, non è per motivi tecnici. Gli ostacoli, semmai, sono normativi ed economici. Le leggi comunitarie, infatti, impongono ai produttori di materie plastiche di contribuire alle spese per il corretto smaltimento dei soli imballaggi. Così le aziende pagano ai municipi un contributo per la raccolta differenziata della scatola delle uova o del flacone del bagnoschiuma, senza farsi carico dei costi del recupero di altri oggetti, come le stoviglie o la confezione del cd, che è considerata parte integrante del prodotto e non contenitore. Risultato: per molti Comuni diventa troppo oneroso riciclarli e preferiscono sotterrarli in discarica o impiegarli come Cdr (il
combustibile derivato dai rifiuti) negli impianti che bruciano rifiuti per recuperare energia.
... molti hanno dubbi
sul fiammifero: va nel legno, nell’indifferenziato o nell’organico? Poi c’è qualcuno che compra la tv al plasma nuova e butta dove non dovrebbe tutto l’imballo: cartone, polistirolo e plastica. Basta avere la pazienza di portare il vecchio mobilio a un’isola ecologica, cosa che non tutti fanno, e questa azione, da sola, vale centinaia di migliaia di fiammiferi...
Gli addetti ai lavori concordano tutti sull’utilità di lavorare, in prospettiva, su standard più uniformi in tutta Italia, a partire dal colore dei cassonetti.