l'opposizione ha imparato tutto dalla mozione di incostituzionalita'
Bagarre dopo le frasi di barbato. Fini: «Affermazioni gravi, valutiamo sanzioni»
Lo scudo fiscale è legge, sì alla Camera
L'Idv: «Berlusconi e governo mafiosi»
Il provvedimento approvato con 270 voti a favore e 250 contrari: 30 assenti nell'opposizione
ROMA - Passa solo con 20 voti di scarto in Aula alla Camera il decreto correttivo che contiene lo scudo fiscale (270 i sì, 250 i no, 2 gli astenuti): significa che se l'opposizione fosse stata al completo, la norma tanto contestata da Pd, Idv e Udc e su cui il governo ha ottenuto la fiducia non sarebbe passata. Sono 279 infatti i deputati dell'opposizione. La maggior parte delle assenze non giustificate si registrano nel Pdl (213 presenti su 269 appartenenti al gruppo), ma subito dietro è il Partito democratico che "guadagna" la maglia nera: sono 23 i deputati che non hanno partecipato al voto (su un gruppo che al completo conta 216 componenti); 6 su 37 sono i deputati dell'Udc assenti, uno solo tra le file dell'Idv.
BAGARRE - Le operazioni di voto sono state piuttosto tumultuose. E l'intera seduta è stata caratterizzata dalla bagarre tra le varie forze politiche. A un certo punto il vicepresidente di turno, Rosy Bindi, è stata costretta a sospendere la seduta dopo che i deputati dell’Italia dei Valori hanno esposto in Assemblea le "agende rosse" di Paolo Borsellino usate sabato scorso durante la manifestazione antimafia organizzata da Salvatore, il fratello del magistrato ucciso dalla mafia. Ma sono state le parole di Francesco Barbato, deputato dell'Idv, a scatenare la ressa.
SEDUTA SOSPESA - L'esponente dipietrista ha accusato la maggioranza e il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di essere dei «mafiosi». Secondo il vicepresidente del gruppo del Pdl Italo Bocchino questo «è reato: siamo nell’aula della Camera e chiedo al vicepresidente di intervenire usando il Regolamento. Bindi ha il dovere di espellere Barbato dall’Aula. Ha fatto affermazioni gravi che violano le elementari norme comportamentali. Non possiamo accettare che si possa dire in un’Aula del Parlamento che il premier è mafioso, che la maggioranza è mafiosa». Il vicepresidente della Camera ha sottolineato di aver «espressamente richiamato all’ordine Barbato». Quindi la bagarre: l’Idv ha protestato mostrando le agende rosse e la Bindi si è vista costretta a sospendere la seduta.
FINI - Poco dopo è intervenuto in aula il presidente della Camera, Gianfranco Fini, spiegando che le affermazioni di Barbato sono «oggettivamente gravi» e «saranno oggetto di valutazione da parte dell'Ufficio di presidenza» che «deciderà gli eventuali provvedimenti disciplinari da prendere».