Roma, 29 ott. - (Adnkronos/Ign) - Costretti per sei mesi al soggiorno obbligato, Mughurel Goia e Ionut Barbu sono liberi per decorrenza dei termini. Sono accusati di aver favorito la fuga dei quattro colpevoli. Alemanno: "E' uno scandalo, un segnale devastante per la città e per tutte le donne''
Roma, 29 ott. (Adnkronos/Ign) - Sono liberi due romeni accusati di favoreggiamento nei riguardi di quattro connazionali che il 22 gennaio scorso, a Guidonia, violentarono una ragazza e picchiarono il fidanzato rinchiudendolo nel portabagagli della sua auto. Ai due romeni, accusati di aver favorito la fuga dei quattro colpevoli, è stata anche contestata l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale.
Costretti per sei mesi a restare al soggiorno obbligato, Mughurel Goia e Ionut Barbu sono tornati in libertà per decorrenza dei termini. Il magistrato ha chiuso l'inchiesta.
Per tutto questo tempo hanno vissuto in una località segreta del Nord in attesa che si concludesse l'indagine. I due romeni ora hanno deciso di restare nella località dove sono stati per sei mesi, come ha riferito il loro difensore Domenico Dello Monaco, per cercare un lavoro.
Durissimo il commento del sindaco di Roma, Gianni Alemanno. "E' veramente uno scandalo - ha tuonato il primo cittadino - ed è un segnale devastante per questa città e per tutte le donne". "La magistratura, la macchina della giustizia" si dovono rendere conto che "così non andiamo da nessuna parte - ha detto Alemanno - La considero un'offesa per la città".
''I tempi lunghi della giustizia italiana hanno consentito ancora una volta di far tornare in libertà due uomini accusati di essere complici di un atto vile e spregevole come lo stupro'' ha dichiarato il vicepresidente del Parlamento europeo e membro della commissione Diritti della donna e uguaglianza di genere, Roberta Angelilli.
''Il magistrato - prosegue Angelilli - ha chiuso le indagini non chiedendo il rinvio a giudizio dei due uomini nei tempi previsti e il loro avvocato ha dichiarato che i propri assistiti resteranno in una città segreta del Nord Italia per trovare un lavoro. Dobbiamo pertanto confrontarci con un sistema giudiziario macchinoso che sembra troppo spesso non essere dalla parte della donne vittime di violenza, lasciate sole a fare i conti quotidianamente con i profondi e dolorosi traumi che la tragica esperienza ha provocato sul loro corpo e nelle loro anime''.