Un'allegoria che racconta una visione del mondo poetica e filosofica.
Parnassus è dio, un dio che "non governa il mondo, ma lascia che il mondo si governi da solo", un dio etremamente umano che si innamora, spera di risolvere i propri problemi con l'alcool e che non resiste alle scommesse del male, impersonificato dall'umile figura di un mendicante.
Il film è una rivendicazione dell'importanza dell'immaginazione nella nostro mondo, governato da un diavolo con la bombetta da uomo d'affari, dove oramai non si presta più attenzione alla storia che Parnassus racconta e che continua a mandare avanti l'universo.
Interessante anche il livello "meta-teatrale": la storia di Parnassus, che ricorda l'importanza dell'immaginazione, viene trasmessa dal regista allo spettatore e viene quindi effettivamente "tramandata", mischiando i due livelli.
Ci sono poi numerosi altri spunti, come la critica all'arrivismo sociale, al falso buonismo, alle religioni moderne che promettono la purificazione con slogan più adatti a spot pubblicitari (il tentativo di rimodernare lo spettacolo da parte Anthony Shepherd ne è un esempio).
Insomma, il film mi è piaciuto, fa riflettere e offre spunti interessanti.
Mi ha dato anche da pensare il fatto che i commenti della maggior parte delle persone che avevo intorno al cinema è stato del tipo "che cagata": secondo me il 90% non aveva colto assolutamente nulla di quello che per me c'era da cogliere in un film del genere.
Ho scritto quindi questo post per sapere la vostra opinione, vi è piaciuto? Le impressioni che mi ha fatto il film sono il risultato di una cattiva digestione?