E' grazie a zu Binnu che Riina fu arrestato..
Piano piano si sta aprendo il vaso della marmellata.. Chissa' a che gusto e'
Ora chi tradira' il pdc?
Il figlio del sindaco di Palermo, morto nel 2002, ha deposto al processo per riciclaggio
e ha incontrato ancora i pm, fornendo altri appunti e lettere di suo padre
Ciancimino jr: Totò Riina
fu tradito da Provenzano
"Consegnò ai Ros la mappa con la zona esatta del nascondiglio"
Ciancimino jr: Totò Riina fu tradito da Provenzano
Massimo Ciancimino
PALERMO - Fu Bernardo Provenzano a "tradire" Totò Riina, svelando il nascondiglio in cui poi fu catturato: "Ha consegnato lui le mappe della locazione dove poi è stato trovato Riina. Comunque non posso fare altere dichiarazioni per rispetto dei magistrati con i quali sto parlando". Lo ha detto Massimo Ciancimino, prima di entrate nell'aula bunker di Pagliarelli a Palermo.
Secondo questa ricostuzione, fatta agli inquirenti di Palermo, suo padre Vito Ciancimimo gli avrebbe chiesto di fare due fotocopie delle mappe consegnate dal capitano del Ros Giuseppe De Donno. Una da conservare e un'altra da dare ad un uomo riconducibile al "geometra Lo Verde", cioè Bernardo Provenzano. Così, sempre secondo Ciancimino junior, le mappe sarebbero state restituite alla stessa persona da Provenzano con segnata la zona in cui poi è stato arrestato Riina, il 15 gennaio del '93.
Ciancimino oggi ha anche consegnato nuovi documenti e carte, ai pm di Palermo Nino Di Matteo e Paolo Guido. Si tratta di una serie di appunti e lettere di suo padre Vito, sindaco mafioso del capoluogo siciliano, morto nel 2002. Tra questi, materiale definito di interesse investigativo che potrebbe servire per riscontrare precedenti dichiarazioni di Massimo Ciancimino sulla trattativa tra lo Stato e Cosa Nostra, ma anche per datare alcuni fatti.
Non sono stati consegnati in Procura, invece, i nastri contenenti le registrazioni dei colloqui che Vito Ciancimino incideva di nascosto per documentare i suoi incontri con i carabinieri. "Io non so cosa contengano quei nastri", ha precisato Massimo Ciancimino, che ha preannunciato di volerli prelevare dalla cassetta di sicurezza dove custoditi a Vaduz, nel Lichtenstein, per consegnarli ai magistrati.
Massimo Ciancimino si è poi spostato nell'aula bunker di Pagliarelli per rendere nuove dichiarazioni spontanee nel processo d'appello in cui è imputato di riciclaggio, tentata estorsione e fittizia intestazione di beni, dopo essere stato condannato a 5 anni e 8 mesi in primo grado. Il processo si svolge a porte chiuse.
Ieri Ciancimino è stato sentito dai pm di Catania, con i quali ha parlato di imprenditori catanesi coinvolti in affari di mafia ma anche della conduzione delle indagini nei suoi confronti sul 'tesoro' del padre Vito. "Io non ce l'ho con i magistrati che hanno coordinato le indagini su di me. Non sono loro infatti che eseguono le perquisizioni o che trascrivono le intercettazioni", ha detto Ciancimino, e alla domanda dei giornalisti se il riferimento fosse ai carabinieri ha risposto: "Sì, ma dovranno essere i magistrati competenti ad accertare i fatti e a verificare se siano state sottratte prove a mio favore".