Lui lavora.. lui che e' cosi' bravo e servizievole.. e poi c'e' l'inflazione.. essu'
Ah.. tratto da il fatto
La Rai non è sola, anzi è circondata. È tra i pensieri del governo. Giorno e notte. E pomeriggio compreso. Intorno alle 18 di ieri – per un’ora – Angelo Maria Petroni ha fatto visita a Silvio Berlusconi. Un incontro nella residenza privata di Palazzo Grazioli. Pare che Petroni – presente nel consiglio di amministrazione Rai in quota Tesoro – sia stato convocato per il rinnovo del contratto di Bruno Vespa, respinto al mittente dal medesimo Petroni e da Nino Rizzo Nervo: troppo costoso (6 milioni di euro circa),
troppo lungo (tre anni). Il Cda aveva suggerito al direttore generale Masi di rinegoziare l’accordo, così il testo è scomparso dalle scrivanie e attende il giorno giusto per passare (inosservato). Berlusconi avrebbe pregato Petroni di non impuntarsi – in onore dell’indipendenza di un tecnico – e di riservare un trattamento speciale al conduttore di “Porta a Porta”.
A dieci mesi dalla scadenza naturale del quinquennale firmato nel 2005, un contrattempo interno alla Rai diventa un affare di Stato. Per il Cda le spese e i ritocchi sono spropositati, nonostante Vespa s’appelli al tasso di inflazione al 22 per cento: quasi un milione e 700 mila euro di base l’anno, il minimo garantito
per 100 puntate più extra. Il bilancio della Rai è una groviera, ma Berlusconi rifiuta che il Cda sia
parsimonioso proprio con “Porta a Porta”.
Altra spina della tv pubblica. Il comitato di controllo.
L’Agcom non è mai logorroica con la stampa. A dispetto dell’acronimo, denudate le linee guida approvate con un voto di maggioranza e tre contrari, il presidente Corrado Calabrò comunica all’ora di pranzo: le richieste per il nuovo contratto di servizio “rafforzano l’indipendenza dell’organismo, il quale sarà nominato dall’Autorità d’intesa con il ministero dello Sviluppo economico”. Per la serie: una
smentita che ribadisce. Quel sistema di valutazione sulla qualità è declamato al punto 31
dell’articolo 3. Non è un’invenzione. Il Cda, pur giocando in disparte, è stato informato dal vicedirettore
generale, Giancarlo Leone.
Un’esposizione generica per esaminare il lavoro preliminare dell’Agcom che, nella riunione di questa mattina, dovrà approvare il testo definitivo in consiglio. Siamo ai gironi di qualificazione, il contratto di servizio sarà il faticoso prodotto di una lunga contrattazione, sponda su sponda tra la tv pubblica e il ministero dello Sviluppo economico. L’Agcom interviene a monte per condizionare a valle. Il tradizionale
Cda settimanale di viale Mazzini è scivolato via con serenità, tant’è che Angelo Maria Petroni è
stato ospite per un’ora da Berlusconi. La direzione di Paolo Ruffini (Rai Tre) vacilla da mesi,
sembrava pronta a cadere su spinta di Masi: nessuno – né Antonio Di Bella né Giovanni Minoli – è disposto a immolarsi per il governo.