E' stato arrestato oggi a Calatafimi nel trapanese il superlatitante Domenico Raccuglia dalla sezione catturandi della mobile di Palermo guidata da Mario Bignone.
Raccuglia è considerato uno dei successori di Totò Riina, ed era inserito nell'elenco dei 30 latitanti di massima pericolosita' facenti parte del "programma speciale di ricerca" selezionati dal gruppo integrato interforze.
Il boss, 45 anni, ex uomo di fiducia di Giovanni Brusca, originario di Altofonte (Palermo), conosciuto come il "veterinario" ha subito tre condanne all'ergastolo, fra le quali quella per l'omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del collaboratore di giustizia, Santino Di Matteo, sequestrato, ucciso e sciolto nell'acido.
Raccuglia era considerato uno degli aspiranti al vertice della mafia palermitana essendo il capo incontrastato delle cosche a Partinico, grosso centro fra Palermo e Trapani.
Questo pomeriggio quando il latitante ha capito che stava per essere catturato ha tentato di fuggire scappando su un terrazzo ma è stato tutto vano visto che i poliziotti avevano circondato tutto l'immobile nel quale si nascondeva.
L'arresto del boss mafioso, ricercato da quindici anni «è uno dei colpi più duri inferti alle organizzazioni mafiose negli ultimi anni perché era di fatto il numero due di Cosa Nostra». Lo ha affermato in una nota il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che ha telefonato al capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli, per congratularsi dell'operazione eseguita dalla squadra mobile di Palermo.
«Ho fatto le mie congratulazioni al ministro Maroni, al questore di Palermo e ai ragazzi della sezione catturandi della mobile. La cattura di Raccuglia è un successo investigativo importantissimo». Così il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso ha commentato l'arresto del boss palermitano Mimmo Raccuglia. «Raccuglia - ha spiegato Grasso - è considerato il numero due, per peso criminale, nella lista dei ricercati di Cosa nostra dopo Matteo Messina Denaro. In questi anni ha esteso il suo dominio da Altofonte fino al confine con la provincia di Trapani, come conferma il fatto che si nascondeva proprio neltrapanese».
«Si tratta di un arresto di straordinaria importanza, abbiamo preso uno dei capi assoluti di Cosa nostra ancora in circolazione in un momento di ascesa all'interno delle gerarchie mafiose - lo ha detto il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia che ha coordinato le indagini che hanno portato questo pomeriggio all'arresto del boss di Cosa nostra Domencio Raccuglia - E' stata una indagine molto difficile perché Raccuglia si è dimostrato attento e accorto nella gestione della sua latitanza e lo dimostra il fatto che l'arresto è avvenuto fuori dalla sua area in una zona più tranquilla».
Cosa succederà adesso all'interno di Cosa nostra visto che Raccuglia era in forte ascesa? «Si crea - dice ancora Ingroia - un ulteriore vuoto dove i latitanti di spicco sono sempre meno. Adesso assumono maggiore importanza Nicchi a Palermo e Messina Denaro a Trapani».