Stamattina ho fatto più tardi al lavoro perché mi sono messo a vedere su Rai2 un documentario (americano) su Pablo Escobar, il signore della droga. La sua vita si può rassumere così: un'esistenza basata sulla corruzione di chiunque potesse intralciare i propri interessi, il consenso assoluto della massa della popolazione approfittando della loro miseria culturale, gli attacchi continui alla magistratura, ai giudici e alla Corte Costituzionale colombiana... gli unici soggetti che non era riuscito a corrompere.
Ovviamente questi attacchi non si limitavano alle parole: decine di magistrati fatti uccidere, 3 candidati presidenziali assassinati, un assalto alla sede della Corte Costituzionale colombiana terminato con l'uccisione di metà (11) dei giudici della corte e la distruzione di tutte le carte che riguardavano i suoi processi.
Approfittando del consenso della popolazione, grazie a promesse populiste si fece anche eleggere al Congresso Colombiano (sicuramente mosso da propositi personali non certo per il bene collettivo).
Alla fine fu abbandonato da tutti i suoi fedelissimi e finì per vivere braccato costretto a continui spostamenti per sfuggire alle squadre speciali che lo cercavano... e alla fine fu trovato e cadde in una sparatoria con la polizia.
Questa è la storia di Silvio Escobar.