Il debito pubblico pesa su ogni cittadino con oltre 40 mila euro, ciò significa che ognuno di noi paga indirettamente oltre mille euro l’anno di interessi. Che cosa direbbe un operaio che si vedesse portar via uno stipendio all’anno per pagare i debiti del governo? Questa operazione però viene praticata in modo occulto, attraverso le tasse. Che cosa direbbe, invece, se si vedesse portare via altri due stipendi per pagare gli interessi sul debito privato? Già, perché gran parte dei prodotti che compriamo sono di multinazionali americane e britanniche, con un debito privato alle stelle. E questi costi naturalmente vengono fatti ricadere sul consumatore, sempre occultamente, attraverso l’incremento del prezzo finale. Ma tutto ciò solo per pagare gli interessi! Quanto dovrebbe sborsare il nostro povero operaio per pagare anche i debiti? Fate voi i conti, ma al nostro povero lavoratore non rimarrà più nulla. Una volta pagato l’affitto e i propri debiti personali (per comprare l’auto, il telefonino o per pagare il mutuo), sarà costretto a indebitarsi ulteriormente per sopravvivere. Un ciclo senza fine, un baratro spaventoso, in cui abbiamo da tempo superato il punto di non ritorno.
Ma il debito incide sui costi di un’azienda, perché le obbligazioni devono essere remunerate e le banche pretendono guadagni folli solo per aver digitato una cifra su un terminale. L’azienda ha allora diverse strade: produrre prodotti di scarsa qualità, che si rompono subito, assumere precari, esportare il lavoro in oriente, dove costa meno. Questo ovviamente crea un impoverimento ulteriore dell’occidente, che così non è più in grado di pagare il debito. Ecco perché è avvenuta la crisi dei mutui: perché la gente che prima era in grado di pagarli non lo era più. Un circolo vizioso che qualcuno come Obama o altri governi hanno tentato di risolvere. E indovinate come? Con altro debito! Un immenso favore agli speculatori e alle banche!
La verità è che questa non è una crisi, ma una guerra economica. Non sono più solo gli stati a entrare in guerra, sono anche le lobby e i gruppi finanziari. L’esito di questa guerra potrebbe essere la fine del dollaro e un riassetto geopolitico globale. Ma sinché non ci sarà un cambiamento radicale nel sistema economico basato sul debito, gli unici a rimetterci saranno i cittadini, che continueranno a protestare contro i governi invece di riconoscere il reale problema nel sistema bancario.