letto: bello, davvero
ero convinta che fosse un libro "vecchio" (scritto da almeno 40-50 anni se non di piu') e ho invece scoperto che e' recente, ha pochi anni
ambientato nel 1938 a lisbona, in pieno regime salazarista e appena prima della seconda guerra mondiale, parla di un cronista di costume di un quotidiano minore, quotidiano del pomeriggio, quando ancora esistevano quotidiani che uscivano in momenti diversi della giornata e delle vicissitudini che hanno dato una svolta alla sua esistenza
mi aspettavo qualcosa di diverso, avrei giurato - senza essermene mai veramente informata - che il film con mastroianni "stanno tutti bene" fosse la trasposizione del film, ma non e' vero, e' proprio tutta un'altra cosa (chissa' da dove arrivava questa convinzione!); ha una struttura interessante: mi sono chiesta tanto cosa significasse il titolo e l'ho scoperto leggendo (ovviamente ): traspare fin dalle prime pagine, perche' il libro e' scritto come la trascrizione del un racconto di terzi: "pereira sostiene di aver fatto questo e quello", ecco piu' o meno e' cosi' e un po' questo aspetto all'inizio e' molto marcato, poi man mano cala tanto a sparire verso la fine (e per fortuna, perche' a volte e' quasi eccessivo); lo strano e' che quando sei immerso nel racconto, improvvisamente quel "pereira sostiene" ti riporta a essere nuovamente uno spettatore esterno, che ascolta il narratore... un effetto parecchio particolare!
lo si legge molto velocemente, pur non avendo tempo io ci ho messo un paio di giorni, veramente veloce; ne ho parlato con una persona che l'ha letto e mi ha detto "e' smaccatamente comunista", ma non sono d'accordo: per me e' semplicemente una presa di coscienza dell'importanza dell'impegno personale, una "discesa in campo" (senza voler fare citazioni """celebri""" ) di chi fino a quel momento s'e' tenuto discosto dai fatti della storia
qualcuno l'ha letto? ed eventualmente (magari senza spoilerare ) come l'ha "visto"?