Peer to peer, nuova offensiva nel mirino Telecom e utenti
GLI UTENTI e i siti peer to peer italiani sono al centro di una contesa giudiziaria che segna una svolta nella guerra alla pirateria online. La Fapav (Federazione anti pirateria audio visiva) ha chiesto al Tribunale civile di Roma di imporre a Telecom Italia alcune misure straordinarie: primo, obbligare la compagnia telefonica a denunciare alle autorità giudiziarie chi nella propria rete si macchia di pirateria; secondo, impedire l'accesso ad alcuni notissimi siti collegati, anche indirettamente, al peer to peer; terzo, battersi, d'ora in avanti, in prima linea contro il fenomeno.
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Un'eventuale condanna cambierebbe di molto le abitudini di navigazione degli italiani. Primo, perché sono milioni gli utenti peer to peer nostrani (8 milioni solo quelli di eMule, secondo Nielsen). Secondo, perché i siti che Fapav vuole oscurare solo molto popolari: c'è The Pirate Bay e poi un gran numero di indirizzi italiani: Italianshare, ItalianSubs, Vedogratis, Youandus, Italianstreaming, 1337x, Dduniverse, Angelmule, Italiafilm, Ilcorsaronero. Alcuni di questi permettono di vedere direttamente film pirata, altri solo di trovarli (a mo' di motore di ricerca). Ma c'è anche il caso di ItalianSubs, che si limita a fornire sottotitoli in italiano a film inglesi che l'utente si deve procurare altrove. Se scaricare e condividere un file pirata è illegale, non è così scontato che lo siano anche tutti quei siti. Solo The Pirate Bay è stato condannato per aver favorito la pirateria: da un tribunale svedese e poi di recente anche dalla Cassazione italiana, secondo la quale è corretto impedire l'accesso a siti che facilitano il download di file pirata. La sentenza della Cassazione forse aprirà la strada a una campagna di denunce, contro siti collegati al peer to peer. Questa della Fapav potrebbe essere solo la prima di una lunga serie.
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