l'articolo: http://www.repubblica.it/esteri/2010...lora_-2574563/Usa, la rivolta degli obesi: "Siamo grassi, e allora?"
NEW YORK - La compagnia aerea Southwest si riserva il diritto di far pagare due biglietti a ogni passeggero obeso. L'università Lincoln in Pennsylvania avendo il numero chiuso seleziona gli studenti anche in base al peso. Lo Stato del North Carolina fa pagare una sovrattassa per l'assicurazione sanitaria ai dipendenti pubblici troppo grassi. E certe agenzie per le adozioni rifiutano candidature di genitori sovrappeso.
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"L'America è la nazione del politically correct, dove in linea di principio non è consentito neppure fare dell'ironia in base al sesso, all'etnia, alla religione. L'unico caso in cui è diventato accettabile una sorta di linciaggio psicologico, è contro gli obesi".
Il contro-argomento è evidente. Gli Stati Uniti spendono ormai 344 miliardi di dollari all'anno per curare le patologie legate al peso (dal diabete alle malattie respiratorie), ed entro otto anni il 21% di tutta la spesa sanitaria americana sarà assorbita dai malati sovrappeso.
il video: http://tv.repubblica.it/copertina/us...si/43685?video
fin dove lo stato in nome della salute pubblica puo' stigmatizzare le persone? e ancora: il metodo usato, e' quello corretto?
io credo che sia giusto per lo stato preoccuparsi di questo aspetto della vita dei cittadini, pero' da quanto vedo e leggo (non e' il primo articolo o il primo video che leggo/guardo sull'argomento), ho l'impressione che la strada intrapresa non sia quella migliore, perche' mi pare che tenda a penalizzare i comportamenti, senza invece guidare le persone ad averne di migliori (es. implementando percorsi/attrezzature sportive nei parchi delle citta', oppure badando al cibo servito nelle mense scolastiche etc)... se non ricordo male, nel film che mostrava un tizio che si e' abbuffato da macdonald per un mese (?), dicevano che un'associazione di consumatori ha spinto macdonald a togliere dall'offerta una confezione di patatine (?) gigantissima e altrettanto nociva: ecco, probabilmente obbligare le catene di fast food a controllare l'offerta sia in termini di quantita' che di qualita' potrebbe essere un'altra strada percorribile
non so, l'impressione e' che dietro una buona idea ci sia veramente un modo sbagliato (per questioni prettamente economiche) di gestire la cosa e che di conseguenza i risultati saranno fallimentari