Leggevo adesso sul sole 24 questa nota dedicata a Raimondo Vinello:
"Addio Raimondo, gentiluomo che sapeva far ridere senza mai usare le parolacce".
Mi è rimbalzato subito agli occhi e alle mie mappe mentali la frase:
"...senza mai usare le parolacce "; di primo acchito ho pensato: "Un'arte in via d'estinzione".
Poi, riflettendoci e meditando sul tema ho pensato: "Cosa è veramente un'arte?"
La risposta è stata, che non è un'arte: "far ridere senza parolacce", ma è semplicemente il "Far Ridere".
L'uso di volgarità e linguaggi di bassa levatura è una scorciatoia che oggi viene usata (visto che i tempi lo permettono) al fine di far ridere, quando il soggetto non ha acquisito la vera "arte del far ridere", allora l'unico modo oppure uno dei più facili è ricorrere al banale e abusato uso di parolacce e volgarità in chiave ironica.
Il vero centro della discussione tra me e me, allora è diventato il fatto che, a mio parere: Far ridere senza l'uso delle parolacce è diventato per i più un'arte solo ed esclusivamente nel momento in cui si è incominciato ad usarle per promuovere la risata facile, senza sforzo o intelligenza.
Ed ecco che anche il numero degli "attori comici"; cresce enormemente, forse e probabilmente proprio a causa della scorciatoia trovata per attirare il consenso alla risata da parte del pubblico sempre meno cosciente e capace di riconoscere l'arte del far ridere.
Cosa ne pensate?
Cosa è per voi l'arte e la capacità di far ridere?