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  1. #1

    Far ridere (usando le parolacce).

    Leggevo adesso sul sole 24 questa nota dedicata a Raimondo Vinello:
    "Addio Raimondo, gentiluomo che sapeva far ridere senza mai usare le parolacce".

    Mi è rimbalzato subito agli occhi e alle mie mappe mentali la frase:
    "...senza mai usare le parolacce "; di primo acchito ho pensato: "Un'arte in via d'estinzione".

    Poi, riflettendoci e meditando sul tema ho pensato: "Cosa è veramente un'arte?"
    La risposta è stata, che non è un'arte: "far ridere senza parolacce", ma è semplicemente il "Far Ridere".

    L'uso di volgarità e linguaggi di bassa levatura è una scorciatoia che oggi viene usata (visto che i tempi lo permettono) al fine di far ridere, quando il soggetto non ha acquisito la vera "arte del far ridere", allora l'unico modo oppure uno dei più facili è ricorrere al banale e abusato uso di parolacce e volgarità in chiave ironica.

    Il vero centro della discussione tra me e me, allora è diventato il fatto che, a mio parere: Far ridere senza l'uso delle parolacce è diventato per i più un'arte solo ed esclusivamente nel momento in cui si è incominciato ad usarle per promuovere la risata facile, senza sforzo o intelligenza.
    Ed ecco che anche il numero degli "attori comici"; cresce enormemente, forse e probabilmente proprio a causa della scorciatoia trovata per attirare il consenso alla risata da parte del pubblico sempre meno cosciente e capace di riconoscere l'arte del far ridere.

    Cosa ne pensate?
    Cosa è per voi l'arte e la capacità di far ridere?
    Never try to teach a pig to sing. It wastes your time and annoys the pig

  2. #2

  3. #3
    Si può far ridere in vari modi. Un linguaggio scurrile è spesso usato nel ricercare il contrasto tra il sacro ed il profano.

    Inoltre si può essere volgari anche senza dire parolacce.
    il tempo si fa i fatti suoi

  4. #4
    Originariamente inviato da JackBabylon
    Si può far ridere in vari modi. Un linguaggio scurrile è spesso usato nel ricercare il contrasto tra il sacro ed il profano.

    Inoltre si può essere volgari anche senza dire parolacce.
    Concordo, ma è, non tanto "l'uso" della parolaccia, quanto il suo "abbuso" che contraddistingue a mio avviso, la differenza.
    Never try to teach a pig to sing. It wastes your time and annoys the pig

  5. #5
    Utente di HTML.it
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    1
    Non vedo un valore aggiunto nel non usare le parolacce, ma al limite nell'usare l'intelligenza.
    Un nome su tutti, Luttazzi, probabilmente il comico che fà l'uso più massiccio di parolacce, ed allo stesso tempo uno dei più fini ed intelligenti.
    Ci sono comici che le usano meno che per me risultano molto più volgari, la volgarità è spesso una questione di atteggiamento più che di linguaggio. Un Abbantantuono o un De Sica, sono per me molto più volgari di comici come Forrest o Checco Zalone, ed è un'impressione che viene proprio dagli atteggiamenti, i primi due usano linguaggi verbali meno volgari, ma linguaggi del corpo molto più volgari, ad esempio non perdono occasione per palpare qualsiasi cosa gli passi davanti, mentre gli altri due hanno un linguaggio più volgare ma risultano dei signori per quanto riguarda quello corporeo.
    Forum dei pensatori! Attenzione! Va in onda in forma integrale sbeffeggiando le tue limitate facoltà mentali!

  6. #6
    Originariamente inviato da DeBe II
    Un nome su tutti, Luttazzi, probabilmente il comico che fà l'uso più massiccio di parolacce, ed allo stesso tempo uno dei più fini ed intelligenti.
    Ci sono comici che le usano meno che per me risultano molto più volgari, la volgarità è spesso una questione di atteggiamento più che di linguaggio. Un Abbantantuono o un De Sica, sono per me molto più volgari di comici come Forrest o Checco Zalone
    Lì, forse, non è tanto l'uso delle parolacce, quanto di una "volgarità" usata ad arte (soprattutto luttazzi, ma anche Benigni a volte ), come mi faceva notare giustamente JackBabylon.
    Comunque, effettivamente anche l'atteggiamento conta molto
    Never try to teach a pig to sing. It wastes your time and annoys the pig

  7. #7
    Provate a vedere "Berlinguer ti voglio bene" con un Benigni impegnato in un turpiloquio di ben 10 minuti con un'abbondanza di bestemmie e parolacce mai visto...
    E' quella è arte allo stato puro!!! L'ultima cena della cinematografia

    Comunque DeBe II ha azzeccato a pieno il senso della discussione!!

  8. #8
    Originariamente inviato da Merrill Stubing
    Concordo, ma è, non tanto "l'uso" della parolaccia, quanto il suo "abbuso" che contraddistingue a mio avviso, la differenza.
    Vero, più che altro l'uso a sproposito perchè in fin dei conti non si ha nulla da dire..

    Citando ratman

    "Ai bambini piccoli basta dire Cacca per suscitare ilarità, da grandi poi fortunatamente le cose cambiano"
    il tempo si fa i fatti suoi

  9. #9
    Utente di HTML.it L'avatar di lnessuno
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    Messaggi
    2,732
    considero la volgarità (quando portata all'esasperazione) in generale una scorciatoia comica, non la parolaccia singola in se.


    luttazzi, de sica, abatantuono, quelli dello zoo di radio 105, sono tutte persone che si avvalgono di questa scorciatoia, pur avendo le capacità di far ridere anche senza l'uso dello sproloquio (luttazzi era mitico ai primi tempi di mai dire gol, prima non me lo ricordo)

    forse (riflessione di 0.1 secondo) si è dovuti passare da una comicità più elegante (totò, vianello, luttazzi dei primi tempi per dirne qualcuno), ad una molto più terra-terra, più simile alla "piscia-cacca-merda" che si impara già dalle elementari, più facile e in grado di far ridere più persone senza la necessità di far accendere il cervello, con l'uso di parolacce e volgarità esasperate.

    Comunque credo che la colpa di tutto sia dei cinepanettoni. ecco, l'ho detto

  10. #10
    a me luttazzi piace molto, pero' mi piace MALGRADO le parolacce; non ho ancora trovato un contesto in cui la parolaccia sia obbligatoria per suscitare ilarita' o almeno: se lo e', facilmente non e' il tipo di umorismo che preferisco

    gusti miei, ovviamente

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