Ecco, forse il titolo non è il più adatto, non vorrei tirare fuori un pippone filosofico e sdolcinato, piuttosto vorrei trovare una risposta alla mia ultima chiacchierata:
Mi è stato detto che quello che solitamente provo io non è amore, ma solo richiesta di attenzioni, e del voler bene ad una persona, e non voler rimanere soli;
Ora provare a descrivere una sensazione non è tanto facile, e ripeto che vorrei evitare frasi platoniche che dicono tutto e non dicono niente.
Volendo però raggruppare in poche parole cos'è l'amore per una persona (presupponendo che poi in realtà bisognerebbe elencare un milione di piccole cose, piccole emozioni non facilmente descrivibili) è tanto sbagliato descriverlo come un:
Non voler rimanere da solo, quindi andare alla ricerca di un'altra persona che ti dia attenzioni e a cui vuoi bene e quindi con la quale ricambi queste attenzioni?
Poi ovvio che ti deve colpire qualcosa nel suo fisico, poi qualcosa nel suo modo di essere eccetera. Ma il meccanismo che mette in moto la ricerca "di una fidanzata" al di la del "voler trombare", non è proprio ciò di cui mi si accusa? Oppure le persone vorrebbero sentirsi dire che "Sono uniche e rare; come loro non c'è nessuno; sono tanto belle da togliere il respiro e noi eravamo alla loro ricerca, quella dell'anima gemella, da una vita e finalmente l'abbiamo trovata"?
Cioè potenzialmente posto davanti a 3 sconosciute, tutte e tre mediamente simpatiche e carine, pressupponendo anche che piaciamo in egual modo a tutte e tre queste persone, scegliere una o l'altra su due piedi è chiaro che diventa quasi un tirare a sorte. Ovviamente poi conoscendo una persona anzichè un'altra ci si affeziona, magari si c'è qualcosa che ti ha copito piu in lei che in un'altra, però ben lungi dal dire "Ho visto te e a primo occhio mi sei sembrata perfetta".
Voi cosa ne pensate? Vi capitano anche a voi queste domande alla "cos'è per te l'amore?" e non pensate anche voi che sia una domanda abbastanza stupida che viene fatta giusto per sentirsi prendere per i fondelli?