ROMA - Morì in casa sua Marcella Rizzello, la donna di 30 anni accoltellata a morte nella sua abitazione a Civita Castellana, in provincia di Viterbo. Ora, a distanza di mesi si scopre che i resposabili furono un uomo e la sua convivente per commettere un furto del valore di 100 euro. Erano circa le 12 del 3 febbraio scorso. Per entrare hanno dovuto semplicemente girare la chiave che la donna, di giorno, teneva abitualmente sulla porta. Quando la giovane, che era sul letto con la figlioletta Giada di 14 mesi, si è trovata di fronte i ladri ha reagito con forza, intraprendendo con loro una violenta colluttazione. L'omicida, per «punirla» della resistenza, con l'aiuto della complice, avrebbe tentato di stuprarla. Ma la strenua difesa di Marcella ha fatto precipare le cose. Così l'uomo ha sferrare i colpi di coltello che l'hanno uccisa. Anche lui è rimasto ferito a una mano. Mentre la donna era distesa sul pavimento della camera da letto, immersa in una pozza di sangue, e la figlioletta piangeva disperata sul letto, i due ladri hanno simulato uno stupro, lasciando una bottiglia di vetro. Secondo i militari per sfregio, per depistare le indagini, o per lasciare un messaggio. Poi hanno rovistato casa, hanno arraffato una macchinetta fotografica, il portafogli della vittima e qualche altro oggetto. Un centinaio di euro di valore in tutto. Infine, l'uomo si è recato nel bagno, si è lavato le mani, probabilmente si è cambiato degli indumenti sporchi di sangue, li ha infilati in un borsone da rugby che apparteneva al compagno della vittima, Francesco Vincenzi, e si è allontanato con la complice.
IL PADRE DI MARCELLA - Durissimo il commento del padre della vittima. «Se avessi saputo chi erano gli assassini, oggi non sarebbero in galera ma al cimitero. Ce li avrei mandati io. Spero che non escano più dal carcere. Che muoiano dentro». Questo l'amaro sfogo di Pasquale Rizzello. «Ho perso una figlia, quindi non posso dire di essere felice - aggiunge -, ma i carabinieri ci hanno fatto un grande regalo, che aiuterà mia moglie e me a essere meno angosciati». Alla domanda se avesse mai ipotizzato un epilogo del genere, risponde: «I carabinieri avevano subito intuito che Marcella era stata uccisa durante una rapina e anche che l'omicida potesse essere un balordo. Io mi sono sempre fidato di loro». Infine, il suo pensiero corre alla nipotina Giada, che oggi ha 18 mesi, sotto i cui occhi è stata uccisa la madre. «Giada sta bene - afferma -, cresce bene. Vive un po' con il padre e un po' con noi. Facciamo tutto il possibile per farla stare serena. Certo, nessuno può essere in grado di sostituire la madre».
Come non quotare questa frase:
«Se avessi saputo chi erano gli assassini, oggi non sarebbero in galera ma al cimitero. Ce li avrei mandati io. Spero che non escano più dal carcere. Che muoiano dentro».
E ci aggiungo che se l'avesse fatto na medaglia gli dovevano dare...

E bravi anche i carabinieri per il lavoro svolto...