Ho un problema. Uno di quei problemi che la mente non riesce ad assimilare: la mancanza.
La mancanza è incompatibile con il nostro pensiero che ci considera parte di un'azione, ma di essa non pienamente responsabili; perchè siamo solo una parte del fattore che ad essa contribuisce e sulla quale solo e soltanto agenti liberi possono avere merito o demerito. È dunque in quest'ottica arbitraristica che l'albero delle priorità fiorisce e trova realizzazione nella necessità di una voce che possa guidare come uno sparo nel buio. La mancanza di tale voce genera una fideistica virtù dell'incoscenza che ad essa tutte le cose rivolge, interpretandole e distorcendole su convinzioni sbagliate, finchè risulta una scelta di comodo ma, ancor più, un accettabile autoinganno. La mancanza. Sempre la mancanza.
Sì, insomma, mi serve un cazzo di microfono.