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  1. #1

    Il fantomatico futuro di Linux

    Riporto da un tentativo di svaccamento di un'altra discussione:

    Ci sono ancora quattro punti che qualcuno deve affrontare per rendere Linux un sistema "serio" e vendibile:
    - una struttura del filesystem sensata: perchè nessuno ha ancora adottato la soluzione di Gobolinux? perchè dobbiamo avere ancora a che fare con nomi criptici o, anzi, insensati?
    - un sistema di pacchettizzazione uniformato: vabbeh, raccontare la situazione attuale ad uno che non se ne intende lo fa ridere
    - poche distribuzioni, e ognuna con un target ben preciso. perchè forse non fa ridere come quella sopra, ma quasi
    - un solo toolkit grafico, perchè avere almeno 2 programmi per ogni esigenza mi sembra poco furbo, oltre a non offrire un riferimento solido ad un'eventuale software-house che vuole sviluppare per linux

    Ora, a parte la prima, le altre tre è evidente come portino solo ad un esagerato spreco di risorse e sforzi, e costituiscano un forte ostacolo alla diffusione di software professionale/proprietario.
    Volendola vedere in un'ottica "business" bisognerebbe risolvere questi tre punti, poi si può iniziare a pretendere supporto dai produttori di software professionale e cercare di vendere il sistema a tutti. Però si sa, i programmatori sono tutte prime donne

    Aggiungo un ultimo punto: un restyling a tux ci scapperà mai?

  2. #2
    Utente di HTML.it
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    Re: Il fantomatico futuro di Linux

    Originariamente inviato da vortex87
    Però si sa, i programmatori sono tutte prime donne
    molti
    Aggiungo un ultimo punto: un restyling a tux ci scapperà mai?
    Non ti piace Tuz?
    Ci sono ancora quattro punti che qualcuno deve affrontare per rendere Linux un sistema "serio" e vendibile:
    Secondo me lo è già serio..

  3. #3
    nn so che abbia adottato Gobolinux ma nn concordo con il resto.
    è giusto che ognuno si crei la propria distro se vuole tanto tra una cosa e un'altra tutte attingono dalle maggiori.
    molte dopo un pò scompaiono.
    sennò useremo tutti solo ubuntu, suse e fedora.
    sai che noia!!
    io nn penso che questo sia un ostacolo alla diffusione di linux.
    secondo me il vero ostacolo è la pigrizia degli utenti di imparare una cosa nuova e diversa.
    se gli insegni a usare il pc con linux e poi dopo anni gli fai vedere windows secondo te che farebbero??
    esattamente come fanno con linux adesso.
    avere un sistema pacchetti uniformato vuol dire far morire molte distro.
    pensa ad arch che comincia ad usare i deb.
    a parte che gli arceri (me compreso) tirerebbero giù tutti i santi, ma secondo sarebbe possibile??
    secondo me no.
    per quanto riguarda le software house nn mi sembra si siano mai lamentate.
    chi vuole sviluppare per linux sa che vuol dire e prende le sue decisioni.
    tanto i programmi si possono installare sempre ovunque.

    se linux diventasse come dici te userei solo mac molto a malincuore.

  4. #4
    Moderatore di Linux e software L'avatar di francofait
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    lasciamo perdere la struttura di gobolinux che è da abbi di noi pietà per favore .
    Del tutto incomprensibile come faccia a piacere uno sgorbio del genere.
    Gobolinux tenta sostanzialmente di ricreare in linux quella che è paradossalmente l' oscena struttura di wincozza , e ci riesce tanto bene che se la esamini a fondo fra directory e subdirectory è più caotica anche di Svista.
    Per carità , di porcai a quel modo , quelli di Microsoft bastano ed avanzano.
    Per essere vendibile linux dovrebbe trasformarsi in un SO chiuso e protetto magari come windows sotto monopolio di una sola bandiera , quindi proprio ciò che non si vuole da linux che è nato e cresciuto per essere SO libero ed aperto a tutti.
    E contiamole realmente bene le distribuzioni reali esistenti ad oggi, senza sparare cifre che di reale non hanno nulla.
    Sono in tutto non più di 9 inclusi il gruppo di distribuzioni in source mode.
    Tutto il resto è costituito solo da regionalizzazioni , indirizzi specialistici , e remasterizzazioni costruite direttamente sulle principali.
    Windows di regionalizzazioni ne ha molte di più , idem indirizzi specialisti , e pur se in gran parte di dubbia legalità anche remasterizzazioni varie.
    La sostanziale differenza stà nel fatto che windows lo devi acquistare , non è liberamente e gratuitamente scaricabile dai siti di microsoft . Linux invece lo trovi liberamente scaricabile in tutte le salse , di conseguenza al settore commerciale chissà chi glielo fara mai fare di provare a venderlo dal momento che chi lo vuole non ha alcun bisogno di acquistarlo.

  5. #5
    Utente di HTML.it L'avatar di alexmaz
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    Il futuro non è nei pc di oggi quindi il discorso lascia un po' il tempo che trova. Fra l'altro come gia detto, linux nei suoi mercati di riferimento è gia il presente e il futuro.
    The individual has always had to struggle to keep from being overwhelmed by the tribe. If you try it, you will be lonely often, and sometimes frightened. But no price is too high to pay for the privilege of owning yourself.

  6. #6
    Utente di HTML.it L'avatar di lnessuno
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    Originariamente inviato da alexmaz
    Il futuro non è nei pc di oggi quindi il discorso lascia un po' il tempo che trova. Fra l'altro come gia detto, linux nei suoi mercati di riferimento è gia il presente e il futuro.
    La struttura delle directory di gobolinux è tutt'altro che insensata, semmai è scomoda per via delle iniziali maiuscole:

    http://upload.wikimedia.org/wikipedi...hdirectory.png

    Se non ricordo male è simile pressappoco a quella di Os X o di BeOS, ed ha il vantaggio che la struttura stessa della directory rende inutile avere un gestore di pacchetti (come avviene su OsX o BeOS direi).
    Ormai mi sono abituato alla struttura standard, ma ammetto che secondo me potrebbe essere migliorata. Sul resto semplicemente non sono d'accordo.

  7. #7

    Re: Il fantomatico futuro di Linux

    Originariamente inviato da vortex87
    - una struttura del filesystem sensata: perchè nessuno ha ancora adottato la soluzione di Gobolinux? perchè dobbiamo avere ancora a che fare con nomi criptici o, anzi, insensati?
    effettivamente si potrebbe fare, ma bisogna capire cosa intendi per struttura sensata

    attualmente gli standard sono due e cioè bsd e sysv.....per un sysadmin quella struttura del filesystem ha perfettamente senso, magari /eccetera invece di /etc cambierebbe qualcosa? ma a che pro? l'utente semplicemente non deve nemmeno vederlo il filesystem

    guarda kde4....loro hanno astratto il sistema....puntano tramite nepomuk ad eliminare la necessità di avere a che fare con le directory

    - un sistema di pacchettizzazione uniformato: vabbeh, raccontare la situazione attuale ad uno che non se ne intende lo fa ridere
    questa è effettivamente una priorità, ma la stanno già affrontando e tramite packagekit

    - poche distribuzioni, e ognuna con un target ben preciso. perchè forse non fa ridere come quella sopra, ma quasi
    penso che sia un non problema, nel senso che avendo un package manager unico, una struttura di directory uniformata, la retrocompatibilità garantita per le librerie, diventa semplice creare software che gira su tutte le distribuzioni


    - un solo toolkit grafico, perchè avere almeno 2 programmi per ogni esigenza mi sembra poco furbo, oltre a non offrire un riferimento solido ad un'eventuale software-house che vuole sviluppare per linux
    questo è un tema caldo ma, in pieno stile "cattedrale e bazaar", si stanno riassorbendo i toolkit grafici marginali e puntando verso uno solo

    non so se hai mai installato programmi non open su linux ma noterai che usano tutti qt

    quindi linux il toolkit grafico unico ce l'ha ed è qt....le software house la loro scelta l'hanno già fatta

    Ora, a parte la prima, le altre tre è evidente come portino solo ad un esagerato spreco di risorse e sforzi, e costituiscano un forte ostacolo alla diffusione di software professionale/proprietario.
    Volendola vedere in un'ottica "business" bisognerebbe risolvere questi tre punti, poi si può iniziare a pretendere supporto dai produttori di software professionale e cercare di vendere il sistema a tutti. Però si sa, i programmatori sono tutte prime donne

    Aggiungo un ultimo punto: un restyling a tux ci scapperà mai?
    piuttosto il problema del software professionale è dovuto alla mancanza di mercato

    si parla di linux su pc all'1% o poco più....perchè adobe dovrebbe portare photoshop? a che pro?

    macos ad esempio è arrivato al 5% e oltre e puntuale arriva autodesk con autocad....

    ma pure sul fronte linux sta cambiando lo scenario.....bricscad è solo l'ultimo arrivato tra i software professionali....prima è arrivato lightworks....

    ma se guardi trovi nomi del calibro di maya, catia ( il pluripremiato cad della dassault systemes ), i compilatori intel, weblogic, houdini, maya

    se vai a guardare sono tutti i software rivolti al mondo dell'engineering, perchè evidentemente linux è usato da questo tipo di gente....nessun disegnatore usa linux e per questo adobe non farà una versione di photoshop per linux

    il problema più che tecnico è di mercato

  8. #8

    Re: Re: Il fantomatico futuro di Linux

    Originariamente inviato da paolino_delta_t
    effettivamente si potrebbe fare, ma bisogna capire cosa intendi per struttura sensata

    attualmente gli standard sono due e cioè bsd e sysv.....per un sysadmin quella struttura del filesystem ha perfettamente senso, magari /eccetera invece di /etc cambierebbe qualcosa? ma a che pro? l'utente semplicemente non deve nemmeno vederlo il filesystem

    guarda kde4....loro hanno astratto il sistema....puntano tramite nepomuk ad eliminare la necessità di avere a che fare con le directory
    Mah, come "struttura sensata" volevo dire un albero che abbia nomi riconoscibili e in cui i file dei programmi non vengano sparsi in ogni posto, almeno per quanto riguarda le applicazioni installabili dall'utente. Ad esempio, perchè dobbiamo avere /etc invece di /Settings?
    Ho portato l'esempio di GoboLinux perchè mi sembra un esempio funzionante (non l'ho mai provato personalmente, però) di una struttura ordinata che non rompa la compatibilità con le applicazioni esistenti.

    questa è effettivamente una priorità, ma la stanno già affrontando e tramite packagekit



    penso che sia un non problema, nel senso che avendo un package manager unico, una struttura di directory uniformata, la retrocompatibilità garantita per le librerie, diventa semplice creare software che gira su tutte le distribuzioni
    Sì, in effetti l'obiettivo era quello, se viene raggiunto mantenendo più possibilità di scelta tanto meglio. Però quelli sono condizioni tassative, bisogna arrivare a poter dire "questo software gira su Linux" generico, al limite un numero di versione standardizzato per indicare i requisiti, e poter distribuire solo un pacchetto.


    questo è un tema caldo ma, in pieno stile "cattedrale e bazaar", si stanno riassorbendo i toolkit grafici marginali e puntando verso uno solo

    non so se hai mai installato programmi non open su linux ma noterai che usano tutti qt

    quindi linux il toolkit grafico unico ce l'ha ed è qt....le software house la loro scelta l'hanno già fatta
    Maledetti, sono più belle le GTK


    piuttosto il problema del software professionale è dovuto alla mancanza di mercato

    si parla di linux su pc all'1% o poco più....perchè adobe dovrebbe portare photoshop? a che pro?

    macos ad esempio è arrivato al 5% e oltre e puntuale arriva autodesk con autocad....

    ma pure sul fronte linux sta cambiando lo scenario.....bricscad è solo l'ultimo arrivato tra i software professionali....prima è arrivato lightworks....

    ma se guardi trovi nomi del calibro di maya, catia ( il pluripremiato cad della dassault systemes ), i compilatori intel, weblogic, houdini, maya

    se vai a guardare sono tutti i software rivolti al mondo dell'engineering, perchè evidentemente linux è usato da questo tipo di gente....nessun disegnatore usa linux e per questo adobe non farà una versione di photoshop per linux

    il problema più che tecnico è di mercato
    Qui diciamo che non sono convinto, secondo me è una sorta di circolo vizioso: non c'è mercato perchè non ci sono i programmi, ma al tempo stesso non ci sono i programmi perchè non c'è mercato.
    Io direi che intanto predisporre le condizioni di base ottimali per permettere la diffusione agevole del software di alto livello non sia certo un male.

  9. #9

    Re: Re: Re: Il fantomatico futuro di Linux

    Originariamente inviato da vortex87
    Mah, come "struttura sensata" volevo dire un albero che abbia nomi riconoscibili e in cui i file dei programmi non vengano sparsi in ogni posto, almeno per quanto riguarda le applicazioni installabili dall'utente. Ad esempio, perchè dobbiamo avere /etc invece di /Settings?
    Ho portato l'esempio di GoboLinux perchè mi sembra un esempio funzionante (non l'ho mai provato personalmente, però) di una struttura ordinata che non rompa la compatibilità con le applicazioni esistenti.
    il tuo discorso è valido ma non lo faranno per un semplice motivo e cioè che vogliono che l'utente comune non ci metta proprio le mani nelle directory

    la tendenza attuale è di creare una sorta di cartelle virtuali ( come fa pure windows 7 ad esempio ) e nascondere completamente la vera struttura del filesystem



    Qui diciamo che non sono convinto, secondo me è una sorta di circolo vizioso: non c'è mercato perchè non ci sono i programmi, ma al tempo stesso non ci sono i programmi perchè non c'è mercato.
    Io direi che intanto predisporre le condizioni di base ottimali per permettere la diffusione agevole del software di alto livello non sia certo un male.
    tecnicamente le condizioni ci sono già da un pò di tempo

    il kernel è stabile, la retrocompatibilità è garantita, la libc non fa più balzelli e qt è una roccia

    attualmente il porting sta riguardando software che i produttori sanno poter essere d'interesse per l'utenza linux....loro lo sanno che linux è diffuso soprattutto tra utenti che operano nel settore engineering e si stanno comportando di conseguenza, tant'è che sempre più frequentemente vengono annunciati porting di software cad, modellazione 3d, ecc...

    è evidente che certi segmenti di mercato non sanno nemmeno cos'è linux e tra questi ci sono i grafici ( che storicamente usano mac e ancora oggi restano fedeli ad apple )

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