Quando Gilgamesh udì questa parole fece come aveva detto l'Uomo-Scorpione, traversò la montagna seguendo il cammino del sole verso levante. Quando ebbe percorso una lega, l'oscurità si fece fitta attorno a lui, poiché non c'era luce alcuna, e nulla poteva vedere né davanti né dietro di sé. Dopo due leghe, l'oscurità era fitta e non c'era luce alcuna, nulla poteva vedere né davanti né dietro di sé. Dopo tre leghe, l'oscurità era fitta e non c'era luce alcuna, nulla poteva vedere né davanti né dietro di sé. Dopo quattro leghe, l'oscurità era fitta e non c'era luce alcuna, nulla poteva vedere né davanti né dietro di sé. Al termine di cinque leghe, l'oscurità era fitta e non c'era luce alcuna, nulla poteva vedere né davanti né dietro di sé. Al termine di sei leghe, l'oscurità era fitta e non c'era luce alcuna, nulla poteva vedere né davanti né dietro di sé. Quando ebbe percorso sette leghe, l'oscurità era fitta e non c'era luce alcuna, nulla poteva vedere né davanti né dietro di sé. Quando ebbe percorso otto leghe, Gilgamesh diede un gran grido, perché l'oscurità era fitta e non c'era luce alcuna, nulla poteva vedere né davanti né dietro di sé. Dopo la nona lega sentì il vento del Nord sul suo viso, ma l'oscurità era fitta e non c'era luce alcuna, nulla poteva vedere né davanti né dietro di sé. Dopo dieci leghe la fine era vicina. Dopo undici leghe apparve la luce dell'alba, compiute dodici leghe irruppe la luce del sole.