Il primo caso di malattia cardiaca risale al 1912 e il secondo al 1919. Il problema del colesterolo esordì nel 1910, quando vennero prodotte le prime macchine per raffinare. Il più grande aumento di malattie cardiovascolari e cancro si ebbe dopo il 1925. Nel 1930 con la larga diffusione di olio processato e poi della margarina ci fu un’altra impennata. Nel 1950 il colesterolo era diventato una mania.
Da allora il consumo di cibo trattato o processato, conservato, addizionato o idrogenato è sempre andato aumentando. Le popolazioni che ancora oggi seguono una dieta naturale sono esenti dalle malattie moderne. Ralph Bircher nel libro "Gli hunza, un popolo che ignorava la malattie", ci parla di una popolazione praticamente immune alle malattie, che vive nelle valli settentrionali del Pakistan. Durante la prima guerra mondiale, quando in Danimarca tutti i cereali erano integrali, la mortalità diminuì del 34 percento; cancro, diabete, ipertensione, malattie renali e cardiache diminuirono drasticamente. Lo stesso accadde in Inghilterra dopo la seconda guerra mondiale.
Ora la nostra dieta è per oltre il 50 percento costituita da pasta e pane, che oltretutto vengono raffinati perdendo i preziosi nutrienti contenuti nel germe di grano. Almeno 25 nutrienti vengono persi con la raffinazione e quando mangiamo del pane bianco è come se assumessimo dello zucchero. Una botta di calorie! Ma non siamo motori a combustione, l'alimentazione dovrebbe tenere conto della vita, della necessità di acidi grassi essenziali, di vitamine e minerali. Quando questi nutrienti sono forniti nella giusta misura, anche il desiderio di calorie viene contenuto. La sovralimentazione è una compulsione fisiologica per ottenere le sostanze di cui il cibo è privo. Persino problemi sociali come l'alcolismo potrebbero essere ridotti, se si risolvessero tali carenze.
A causa della produzione di massa e dei fertilizzanti i terreni sono diventati poveri di minerali. Al resto pensano il trattamento industriale, l'uso massiccio di additivi, la cottura e la perdita di vitamine idrosolubili, le tecniche di lunga conservazione, l'impoverimento dei terreni, e l'escalation di consumo di carboidrati. Il nobel Linus Pauling a tal proposito scrive: "Le malattie coronariche, inclusa l'angina pectoris che, a causa dei suoi sintomi impressionanti, non deve essere stata certamente ignorata dai medici dei secoli passati, sembrano essere tipiche dei tempi moderni. Sono state riportate nella letteratura medica soltanto negli ultimi cento anni. La loro incidenza in aumento va di pari passo con l'aumentato consumo di zucchero; e non è affatto correlata con il consumo di grassi animali (grassi saturi) o dei grassi in generale". Eppure oggi nelle corsie di un supermercato non si vedono altro che carboidrati, lo zucchero viene aggiunto dappertutto, anche negli alimenti salati. A questi si aggiunge una moltitudine di sostanze chimiche, vuoi per dare sapore a un cibo di per sé morto, o per ridurre i costi di produzione. Una volta ho persino trovato dei coloranti in un succo di frutta il cui colore era celato dal tetrapack.
Dal 60 al 100 per cento di certi nutrienti possono infine venire persi durante la preparazione, tanto che è possibile prevedere lo stato di salute di una famiglia dal modo in cui i piatti vengono cucinati. I cibi dovrebbero essere consumati nella loro forma più naturale.
Senza dubbio l'inquinamento o altri fattori hanno un certo peso, ma l'industria alimentare ci ha letteralmente avvelenato. Sta a noi la scelta di un mondo migliore, dando il nostro voto ogni volta che facciamo la spesa.