Di gran parte delle malattie non si conosce la causa; aprendo il manuale Merck (bibbia della moderna medicina) e cercando un disturbo a caso, di frequente si legge: “la causa è ancora sconosciuta”. Vengono sempre dettagliate molte cure e quasi mai guarigioni. Su tutti questi farmaci, viene da chiedersi: se non si conosce la causa, su che cosa agiscono? Evidentemente sui sintomi.
La situazione diventa palese con ciò che sta accadendo per la sclerosi multipla: l’FDA ha recentemente approvato Fingolimod, un farmaco in grado di ritardare l’atrofia cerebrale. Ma a far ristagnare il sangue nella testa sarebbe un’otturazione delle giugulari, secondo la scoperta del professor Zamboni. Nonostante le pubblicazioni scientifiche e il fatto che il trattamento all’estero sia già disponibile a pagamento, le aziende farmaceutiche non sembrano molto interessate alla scoperta.
La medicina è ferma ai postulati di Koch da oltre un secolo, che affermano che l’agente causale di una malattia deve:
- Essere presente in tutti i malati
- Non deve essere presente in individui senza quella malattia
- Deve poter essere isolato in coltura
- Deve poter produrre la malattia sperimentalmente
In verità ci si è oggi accorti che alcune cose non quadrano, infatti:
- Una malattia può avere più di una causa (eziologia multipla)
- Una stessa causa può provocare malattie differenti.
E raramente ci si rende conto di certi frintendimenti:
- Si chiamano concause cause di ogni tipo, facendo di tutta l’erba un fascio. In realtà esistono anche cause complementari e pre-cause, come vedremo in seguito.
- Si confonde la predisposizione con la causa. I geni raramente sono causa di malattia (eccetto morbo di down etc), più spesso invece predipongono e sono quindi una consausa.
La causa complementare non è una concausa perché è necessaria al verificarsi dell’effetto, così si può avere un’eziologia multipla. Le pre-cause sono cause che precedono altre cause.
Vediamo di chiarire con un esempio. Se un’automobilista beve del whisky e poi passa col semaforo rosso provocando un incidente, qual è la causa dell’incidente: l’aver bevuto il whisky o non aver rispettato il semaforo?
Potremmo dire che il bicchiere di whisky è una pre-causa di quello specifico incidente.
Prendiamo il caso del diabete. Un’anomalia insulinica sembra essere alla base della malattia, di cui non se ne conosce esattamente la causa. Bisognerebbe a quel punto andare a ritroso e chiedersi che cosa causa quell’anomalia, finché ci si ritenga soddisfatti della risposta.
La fallacia della visione olistica è che non sempre possiamo far risalire il disturbo a un tutto. Una martellata in testa è certamente qualcosa di specifico. Ma il particolarismo e la specializzazione, perdendo di vista il tutto, sono ugualmente errati, in quando la causa può trovarsi da tutt’altra parte rispetto all’organo in cui si manifesta il sintomo.
Ma ora soffermiamoci sulla domanda più temuta: qual è la causa del cancro? Secondo la teoria ufficiale è una cellula impazzita, ma non si spinge più indietro, chiedendosi il perché. In realtà il nobel Otto Warburg, prendendo alla lettera i postulati di Koch, concluse che tutto fosse causato da un’anaerobiosi cellulare e dimostrò la cosa sperimentalmente. Ridusse l’ossigeno del 30 per cento e ottenne il cancro. Altri studi oggi sono altrettanto promettenti (e neanche così alternativi visto il tenore delle pubblicazioni) come quelli del Dr. Walter Pierpaoli, secondo cui il cancro sarebbe provocato da uno sbilanciamento ormonale, originato in particolare da ormoni killer quali la prolattina e il TSH. Concause? Cause complementari? Non credo che l’industria farmaceutica sia interessata in una risposta, come certifica l’interesse per Zamboni. Conoscere la causa delle cose implicherebbe una probabile cura, ma la maggior parte dei farmaci si indirizza ai sintomi, in modo da avere malati a vita, che possano rimpinzare le casse dell’industria.
Il concetto di causa e malattia è un bel giochetto filosofico, ma non penso sia gradito alle multinazionali del farmaco o che troveremo mai una trattazione epistemiologica esauriente sui testi di medicina.