Sto riascoltando il magnifico album di faber "Storia di un impiegato". Ogni volta mi meraviglio come il tempo non intacchi minimamente la sua estrema profondità e come a modo suo continui a rimanere sempre molto attuale.
"Per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti" è una frase che oggi ha sempre più senso e non c'è nemmeno bisogno che mi dilunghi ulteriormente.
Quest'altra poi è pura cronaca del nostro governo:
"E adesso imparo un sacco di cose
in mezzo agli altri vestiti uguali
tranne qual'è il crimine giusto
per non passare da criminali. "
So, che De Andrè lo giudicò un disco poco riuscito. Ma forse quando uscì nemmeno lui fu capace in quel momento di capirlo appieno.
Il disco non deve dare consigli, non è un disco politico e secondo me consigli non ne da. E' l'introspezione di un'idea, il ritratto delle debolezze e della coscienza ( seppur deviata dall'ego ) di un uomo "comune".
"Certo bisogna farne di strada
da una ginnastica d'obbedienza
fino ad un gesto molto più umano
che ti dia il senso della violenza
però bisogna farne altrettanta
per diventare così coglioni
da non riuscire più a capire
che non ci sono poteri buoni
da non riuscire più a capire
che non ci sono poteri buoni."
Lo consiglio a chi lo ha già ascoltato e soprattutto a chi ancora non l'ha fatto...