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  1. #1

    Patto di non concorrenza

    Leggo da qui
    http://www.portaldiritto.com/il-patt...oncorrenza.htm

    il datore deve corrispondere una maggiorazione percentuale della retribuzione per tutta la durata del rapporto di lavoro, proporzionale alla durata, estensione territoriale e di oggetto dell'obbligo di non concorrenza.
    Qualcuno ha esperienze di patti di questo tipo con aziende? Quant'è una percentuale ragionevole?

  2. #2
    Utente di HTML.it L'avatar di vonkranz
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    che sappia io il patto di non concorrenza viene stipulato in caso di cessazione del rapporto di lavoro il che corrisponde ad un "bonus" (tipo una specie di buona uscita) con la liquidazione.

    i dipendenti non possono avere un'attivita' in proprio "assimilabile" a quella che prestano nell'azienda in cui lavorano (senza che venga corrisposto alcun tipo di maggiorazione)

    poi magari le cose sono cambiate.

  3. #3

    Re: Patto di non concorrenza

    Originariamente inviato da chumkiu
    Quant'è una percentuale ragionevole?
    credo sia strettamente legato al tipo e al grado di professionalita': se una figura come la tua e' relativamente facile da trovare, la percentuale non sara' alta, al contrario sara' alta

  4. #4

    Re: Patto di non concorrenza

    Originariamente inviato da chumkiu
    Leggo da qui
    http://www.portaldiritto.com/il-patt...oncorrenza.htm



    Qualcuno ha esperienze di patti di questo tipo con aziende? Quant'è una percentuale ragionevole?
    Dipende da cosa vai a fare, se vai a fare l'operaio in linea è una cosa se vai a fare il commerciale è diverso.
    La percentuale dipende molto dal tuo potere contrattuale verso la nuova Azienda.

  5. #5
    Originariamente inviato da vonkranz
    che sappia io il patto di non concorrenza viene stipulato in caso di cessazione del rapporto di lavoro il che corrisponde ad un "bonus" (tipo una specie di buona uscita) con la liquidazione.

    i dipendenti non possono avere un'attivita' in proprio "assimilabile" a quella che prestano nell'azienda in cui lavorano (senza che venga corrisposto alcun tipo di maggiorazione)

    poi magari le cose sono cambiate.

    Viene stipulato all'assunzione e corrisposto mensilmente.

  6. #6
    Originariamente inviato da vonkranz
    che sappia io il patto di non concorrenza viene stipulato in caso di cessazione del rapporto di lavoro il che corrisponde ad un "bonus" (tipo una specie di buona uscita) con la liquidazione.

    i dipendenti non possono avere un'attivita' in proprio "assimilabile" a quella che prestano nell'azienda in cui lavorano (senza che venga corrisposto alcun tipo di maggiorazione)

    poi magari le cose sono cambiate.
    Grazie per la risposta... però ci sono un sacco di sfumature che possono essere equivoche.

    Sembra che il patto di non concorrenza debba essere fatto prima.
    Debba essere retribuito a parte (in varie forme... o con un fisso mensile, o con una quota dopo il licenziamento come una sorta di buona uscita).
    Debba avere regole di tempi e luoghi precisi.

    e fin qui non ci piove.

    Un po' meno alcune sfumature, tipo:
    - Posso fare dei lavori per una ditta sì concorrente, ma per questioni che non c'entrano nulla sul prodotto "di concorrenza"?

    Il problema è che l'azienda che propone questo patto ha le "mani" un po' ovunque. Siti, portali, applicazioni per Android/Iphone, backoffice... un patto di non concorrenza significherebbe non poter fare una mazza né durante (faccio regolarmente progetti per esterni il week end) né dopo...

    sicuramente l'azienda ha una certa tolleranza, ma il potere contrattuale puo' essere molto forte e poco rassicurante (se si trova il cavillo che io non posso fare un progettino per l'azienda X mi posso trovare nei guai)

  7. #7
    Utente di HTML.it L'avatar di vonkranz
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    Originariamente inviato da Sanctis 410
    Viene stipulato all'assunzione e corrisposto mensilmente.
    ma sei sicuro?
    e mi riferisco al caso di un lavoratore dipendente, non di contratti a progetto o collaborazioni.

  8. #8
    Specifico: il target a questo punto è automatico?
    Se la suddetta azienda fa portali per hotel, e l'altra col quale collaboro esternamente portali per televisioni... sono "automaticamente" in non concorrenza? O è meglio che lo faccio specificare?

  9. #9
    Utente di HTML.it L'avatar di vonkranz
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    Originariamente inviato da chumkiu
    Specifico: il target a questo punto è automatico?
    Se la suddetta azienda fa portali per hotel, e l'altra col quale collaboro esternamente portali per televisioni... sono "automaticamente" in non concorrenza? O è meglio che lo faccio specificare?
    visto che sempre di "portali" si parla, secondo me sono automaticamente in concorrenza, anche perche' nulla vieterebbe alla tua azienda di lanciarsi anche nello sviluppo di portali per televisioni.

    non sarebbero in concorrenza se tu andassi a fare il panettiere o il meccanico (sono esempi solo per rendere l'idea, non per prendere in giro o altro, sia chiaro )

  10. #10
    Originariamente inviato da vonkranz
    ma sei sicuro?
    e mi riferisco al caso di un lavoratore dipendente, non di contratti a progetto o collaborazioni.
    Generalmente si stabilisce in fase di assunzione (credo sia il caso di chumkiu) o mensilmente o nel tfr.

    Io sceglierei che mi venisse corrisposto mensilmente.

    Dal link all'inizio:

    "Il patto di non concorrenza è una clausola contrattuale che può essere introdotta fra il datore di lavoro e il prestatore. Limita la facoltà del prestatore di svolgere attività professionali in concorrenza con l'azienda dopo un‘eventuale cessazione del rapporto di lavoro.

    Il patto di non concorrenza è disciplinato agli artt. 2125, 2596 e 1795 del codice civile (per lavoratori dipendenti, autonomi e agenti commerciali). Il lavoratore può concordare un pagamento mensile che è soggetto a contributi pensionistici ed integra la retribuzione, oppure alla cessazione del contratto, soggetto agli obblighi e al regime fiscale del TFR.

    Il lavoratore che viola il Patto di non concorrenza può essere accusato di Concorrenza sleale, mentre l'azienda che lo assume di concorrenza parassitaria. La giurisprudenza riconosce a tutte le categorie di lavoratori alcuni diritti minimi:

    · obbligo della forma scritta

    · durata massima non superiore a quella prevista per legge

    · limitazione di luogo, tempo e oggetto non esclusive

    · il datore deve corrispondere una maggiorazione percentuale della retribuzione per tutta la durata del rapporto di lavoro, proporzionale alla durata, estensione territoriale e di oggetto dell'obbligo di non concorrenza.

    Il patto di non concorrenza deve dunque garantire al lavoratore la capacità di assicurarsi un guadagno idoneo alle proprie esigenze, le potenzialità professionali e la coerenza dell'impiego con la professionalità. Il giudice del lavoro può stabilire la non sussistenza di una di queste condizioni nel patto di non concorrenza, dichiarandone l'inefficacia.

    Nelle aziende che hanno meno di 15 dipendenti esiste una libertà di licenziamento maggiore. L'azienda può licenziare sostenendo il costo di un'indennità e il prestatore di lavoro ha l'obbligo di non concorrenza durante, e fino a tre anni dopo la cessazione del rapporto di lavoro. Se il patto di non concorrenza è inapplicabile in caso di dimissioni del lavoratore, non sussiste la perdita di reciprocità.

    Il patto di non concorrenza può anche rappresentare uno strumento per ottenere dimissioni forzate del prestatore di lavoro. Se praticato da un insieme di aziende in competizione, il patto di non concorrenza fra datore e prestatore di lavoro diventa un patto di non concorrenza fra imprese, che si impegnano reciprocamente a evitare incrementi del costo del lavoro.

    Il patto di non concorrenza può essere contemplato nell'ambito del diritto pubblico, così come in quello del diritto privato. La disciplina del conflitto di interessi può richiedere a chi occupa una carica pubblica di non svolgere attività contrastanti."

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