Originariamente inviato da agiaco
Allora chiariamo una cosa prima, tu parli di causa, c'è stata una causa?
Se non c'è stata una causa ma solo la fase stragiudiziale, le assicurazioni è vero che spesso (ma non sempre) liquidano insieme ai danni le spese legali (nella misura del 10% dei primi solitamente), ma non pagano direttamente loro l'avvocato, pagano il risarcito con una cifra comprensiva delle spese legali, che poi il cliente versa all'avvocato.
Comunque, che l'assicurazione abbia liquidato o meno le spese legali, l'avvocato ha diritto al pagamento della sua prestazione dal cliente, eventualmente anche per la differenza se quanto versato dalla compagnia non è sufficiente.
Ovviamente deve produrre nota scritta delle sue competenze con indicazione dell'attività svolta e della somma richiesta, perchè il cliente possa rendersi conto se la cifra è accettabile (e nel caso chiedere parere all'Ordine).
Infine, l'avvocato che non sia stato soddisfatto può trattenere le somme?
No, può trattenere solo le spese vive sostenute e la somma eventualmente liquidata a titolo di spese legali, per trattenre il resto serve il consenso della parte assistita (artt. 44-45 codice deontologico forense).
Quindi voi potete pretendere l'assegno (meno eventualmente la parte della somma espressamente imputata dalla compagnia a titolo di epse legali) ma restate obbligati al pagamento della parcella dell'avvocato, secondo nota specifica scritta che vi deve essere consegnata.