Forse questa è la conferma delle conferme. Proporre il raddoppio del contributo pubblico ai partiti è la dimostrazione che parlamentari e politici vivono davvero fuori dal mondo.
Non si può, stavolta, che essere d’accordo con il “rottamatore” Matteo Renzi, sindaco (Pd) di Firenze: “. “Cinquantotto parlamentari bipartisan hanno chiesto di raddoppiare il finanziamento pubblico ai partiti e fondazioni politiche. Mi sembra una follia”.
Udite, udite! Il primo firmatario di tale “perla” è niente meno che Ugo Sposetti (già tesoriere Pci. Pds, Ds, Pd), sostenuta dal collega Di Stanislao (Idv) – poi subito dissociatosi – e da esponenti di Fli e Udc. La proposta vede le adesioni di Savino Pezzotta dell’Udc, Luca Barbareschi tornato nel Pdl dopo aver seguito Fini in Fli.
E prevede che i partiti ricevano il rimborso elettorale attuale (a oggi ammonta a complessivi 170 milioni di euro comprendendo elezioni regionali, politiche ed europee), mentre riceverebbero altri finanziamenti (185 milioni) fondazioni che si occuperebbero dell’attività politica e culturale del partito di riferimento.
Sposetti ha spiegato al Fatto com’è nata la sua proposta: “Chi fa demagogia per i soldi della politica si vada a vedere quanto spendono Francia e Germania. Dove i partiti oltre a ricevere un contributo diretto di 133 milioni di euro, possono beneficiare di uno stanziamento per le fondazioni pari a 334 milioni”.
Come sempre, si guarda altrove, solo quando fa comodo. Bersani tace, ma ai suoi sostiene da mesi che per battere Berlusconi servono più soldi e che i soldi devono venire dalle casse pubbliche. Al Pd, più che i soldi, mancano idee, progetti, identità e persone credibili e capaci.
Non c’è davvero la percezione di cosa pensano i cittadini dei partiti e della politica. Solo disgusto? Un solo grido: tutti a casa!