Quotazero - Il campanaccio delle mucche
La discussione è decisamente interessante. Perciò mi prendo un po' di spazio (è sempre lecito passar oltre).
La psicologia degli animali che convivono con l'uomo è un campo ancora da sondare. Mi soffermerei sulle analogie tra uomo e mucca: entrambe vengono eccitati dal suono dei campanacci, lo dimostra la reazione delle vacche quando ricevono il campanaccio per la transumanza: più grande e rumoroso le spinge a camminare più alacremente. Nella transumanza di Bressanvido, una delle più affollate dell'area di Asiago, appena appesi i campanacci occorre far compiere alcuni giri di corsa attorno alle baite ad evitare che la furia che si impadronisce degli armenti crei pericolo. Ma la stessa eccitazione si osserva ad Ardesio, in alta Valseriana o se credete a San Mauro Forte negli uomini che con enormi campanacci cacciano l'inverno e 'chiamano l'erba'. L'effetto di eccitazione crescente in psicologia è denominato 'reazione circolare', una sorta di effetto larsen che induce la crescita continua della gestualità in risposta al suono prodotto.
Un altro rapporto che accomuna uomini e mandrie/greggi è il valore simbolico del suono. Il pastore 'mat pri cioch' (matto per i campanacci) è fiero del suo concerto di campanacci, quanto lo è la reina o la mucca che sa portare e suonare la propria insostituibile campana. Se non produce più latte - non se ne ha testimonianza certa - certamente quando le si toglie il campanaccio si disorienta e, c'è chi dice, si incupisce. E pensare che l'operazione di imporre il campanaccio è molte volte alquanto rischiosa e richiede sistemi di immobilizzazione dell'animale e acrobazie del mandriano per non ricevere incornate.
Uno studio etnografico minuzioso sui campanacci è in Antonello Ricci 'Ascoltare il mondo' -testo introvabile - dove si esamina il simbolismo sonoro del pastore e del gregge a Mesoraca, un paese in Calabria che, come molte zone del nostro Sud, ha una cultura sonora molto profonda. Anche qui il campanaccio detto campanotteddu, posto al collo dell'animale trainante il gregge, orienta il cammino, fa da traino, ma al contempo segnala agli altri pastori l'arrivo del nuovo gruppo. Addirittura il pastore che giunge in prossimità dei punti di incontro fa fare alcuni bruschi giri al gregge per mettere in azione i campanacci e segnalare la propria inconfondibile presenza. Gli rispondono con la stessa tecnica gli altri greggi, in un dialogo sonoro che investe il paesaggio e la comunicazione sociale.
Ancora: pastore, mandriano e animali al seguito hanno una raffinatissima discriminazione audiopercettiva perché non solo identificano ciascun componente anche se i campanacci al turista sembrano tutti uguali, ma sanno riconoscere che cosa sta succedendo dal loro ritmo. Infine negli uomini come negli animali c'è chi sa suonare e chi non imparerà mai. Ciò che ci distanzia in modo abissale è che noi del suono ci innamoriamo e cominciamo il gioco di esplorazione che porta al linguaggio musicale, mentre l'animale subisce l'imposizione del campanaccio, apprende ad usarlo, ne riconosce i segnali, ma non va mai oltre l'uso prettamente utilitaristico. Avete mai visto una mucca muovere la testa per provare il piacere del suono?