Premesso che non ritengo la tav un'opera prioritaria in questo momento, vorrei ragionare sulla questione repressione del dissenso. Discorso analogo si potrebbe fare ricordando le manifestazioni in Campania contro le discariche.
Una volta che lo stato ha deciso, si spera nel miglior interesse di tutti, di realizzare una certa opera pubblica, penso che dovrebbe andare avanti con ogni mezzo per perseguire l'obiettivo, fregandosene dei manifestanti. Il dissenso è sacrosanto e deve essere garantita la sua possibilità di espressione rimanendo nelle regole, anche perché da un forte dissenso potrebbe anche nascere l'idea di un dietro front.
Quando però il dissenso non viene fatto rispettando le regole l'unica soluzione non può che essere lo sgombero coatto con relative denunce, altrimenti non si può andare avanti a costruire nulla. Nessuno vuole la discarica o l'autostrada o la ferrovia vicino casa, ma appurata la necessità di queste opere per la collettività è necessario mettere da parte gli interessi particolari, no?
Certo tutto questo funziona se lo stato fa DAVVERO le opere negli interessi dei cittadini e non perchè i governanti possiedono l'azienda appaltatrice, ma questo è un altro discorso
Tornando a noi. Giusto usare ogni mezzo, manganelli e denunce comprese, per far avanzare i lavori?