Riparto da qui, un pezzo postato da coccinellabella:

Patagonia senza dighe
Gli ecologisti cileni manifestano sotto l’ambasciata italiana Il corteo davanti la nostra rappresentanza diplomatica a Santiago del Chile per protestare contro il progetto sponsorizzato dall'Enel di costruire cinque mega-dighe. “Roma approfitta della nostra scarsa cultura democratica per fare affari”, dice Accion ecologicaE’ la prima volta che dei cittadini cileni manifestano davanti all’ambasciata italiana di Santiago del Cile. E’ successo alla fine di giugno, un presidio convocato dai gruppi ecologisti più impegnati nella lotta contro le cinque mega dighe che minacciano la regione patagonica di Aysèn.

Il progetto è sponsorizzato dal colosso italiano Enel, che insieme a un partner cileno, ha ereditato la proprietà dell’acqua dei fiumi privatizzata da Pinochet. Il tema è centrale in Cile, la maggior parte dell’opinione pubblica è contraria e il governo – che ha favorito una prima approvazione ufficiale a livello regionale – è in difficoltà. I manifestanti hanno portato candele attorno all’ambasciata italiana, nel pieno dell’inverno australe, sotto gli stessi muri che nel ’73 e nel ’74 centinaia di cileni avevano scavalcato per rifugiarsi nel giardino della residenza dell’ambasciatore, per poi ottenere la possibilità di espatriare. Quell’Italia amica… ma oggi è malvista per il ruolo che il governo italiano conserva in Enel, e per il silenzio dei nostri media sulla lotta contro il progetto Hidroaysen.
Continuo con una citazione (che deve essere certamente comunista, vista che l'ho sentita su report...):

Le grandi dighe sono per lo sviluppo di una nazione quello che le bombe nucleari sono per il suo arsenale militare.
Entrambe sono armi di distruzione di massa.
Arundhati Roy


Ora c'è da intendersi, quando si fa una diga "modesta" che chiude un fiume, l'effetto immediato è che, sostanzialmente, il fiume a valle della diga muore.
Per tutelare pescatori e agricoltori ci vogliono leggi e regolamenti regionali (almeno qui in Italia) che stabiliscano un flusso minimo. In Cile non lo so.

Altra faccenda, la produzione di energia idroelettrica rende se c'è un bel salto. E solitamente bisogna costruire condotte forzate su per la montagna.
Ecco, quando si fa un buco su per una montagna, si rischia (non credo lo si possa sapere prima di aver fatto il foro) di compromettere l'equilibrio idrologico di una zona più o meno ampia.

A Somplago (Friuli) stanno per costruire una terza condotta, di riciclaggio idrico, quella che servirà a riportare a monte l'acqua che sta a valle.
Bene, a monte della centrale son partite diverse proteste perché il rischio, nel caso peggiore, è di prosciugare le fonti dell'acquedotto che serve i comuni sopra la centrale.

link 1

link 2

Il secondo link mi pare esageri parecchio, ma lascio ai volenterosi tecnici del forum di smontarlo pezzo a pezzo.

Faccio un passo indietro, a Somplago ci sta un bacino di raccolta a valle, vicino alla diga e un paio di bacini a monte.
Quelli a monte servono a garantire l'acqua in discesa necessaria a far funzionare la diga, quello a valle a far depositare il fango che l'acqua si porta dietro scendendo.
Come dicevo ci sono già due condotte funzionanti che portano giù l'acqua, e tutto sommato più di tanto la gente non aveva da lamentarsi.
Il continuo flusso che alimenta la diga fa variare il livello dell'acqua nei bacini a monte, provoca spostamenti di fango che deteriorano la qualità dell'acqua del lago, ma poca roba: pesci e attività umane su quei laghi vanno avanti comunque.

Adesso arriva la terza condotta per il riciclaggio idrico, mi pare che questi possibili problemi per il lago dei 3 comuni siano ragionevoli quando entrerà in funzione:

- sarà accentuata la formazione di fanghi, con la conseguente necessità di spostarli, pena la progressiva morte del lago.
- peggiorerà la qualità dell'acqua, al punto di compromettere sia le attività commerciali e sportive, sia la vita animale e vegetale nel lago.

Gli ecologisti puri fan fatica ad accettare le condotte che riportano l'acqua nei bacini sopra la diga. Nel viaggio in salita l'energia elettrica viene trasformata in energia potenziale e nel viaggio di discesa avviene il contrario.
Ovviamente l'energia consumata all'andata è maggiore di quella prodotta al ritorno, però economicamente il sistema rende, perché la corrente che si paga all'andata costa meno della corrente che si vende al ritorno.
Ragionandoci sopra un po', si dovrebbe convenire che l'energia prodotta in questo modo di rinnovabile ha ben poco, eppure viene venduta come tale.

Chi ci guadagna? Di sicuro chi gestisce la centrale. Probabilmente anche il piano energetico nazionale.
Chi i perde? Di sicuro i laghi. Probabilmente tutti gli abitanti della zona.
I vantaggi collettivi compensano gli svantaggi locali? Boh. .
Alla fine l'energia idroelettrica o è una falsa rinnovabile, oppure un modo particolare di sfruttare l'energia solare (l'acqua in basso evapora, piove in cima alla montagna e scende passando per la centrale).
Possibile che non si trovino sistemi più efficienti?


Originariamente inviato da franzauker
Accipicchia, neppure l'idroelettrico va bene agli ecologisti?
Io che non mi posso considerare un ecologista, piuttosto di forare una montagna preferirei fare a meno del condizionatore.
Poi è ovvio che bisogna vedere centrale per centrale. A volte anche le dighe possono servire più per far soldi che per rispettare uomo e ambiente.