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Discussione: Dilemma partita IVA

  1. #1

    Dilemma partita IVA

    A breve aprirò 2 siti web con relative affiliazioni di vendita banner e sinceramente non so cosa fare... sono bloccato... ho sentito un commercialista ma lasciamo stare (per lui posso "rischiare" con la soglia dei 5000 euro tanto non mi beccano secondo lui).
    Sono dipendente e aprendo questi 2 siti credevo di cavarmela, per il momento, con la soglia dei 5000 euro annui invece mi pare di capire che questo discorso vale solo per attività saltuarie quindi non ci rientro perchè le affiliazioni per la comprevendita di banner non sono attività saltuarie! Da dipendente posso aprire partita IVA? E comunque anche se apro partita IVA so che l'INPS ha una quota fissa a prescindere dai guadagni che è di circa 2500/3000 euro annui e che faccio se poi guadagno 20 euro al mese?

    Non c'è un modo per essere in regola senza rischiare un tracollo finanziario?

  2. #2

    Re: Dilemma partita IVA

    Originariamente inviato da Fabiomondo
    Non c'è un modo per essere in regola senza rischiare un tracollo finanziario?
    Gira l'IVA alla Grecia, magari ti intitoleranno una piazza ad Atene.

  3. #3
    Per quanto ne so la quota fissa INPS non è legata alla partita iva ma all'iscrizione alla camera di commercio, io per esempio ho partita iva senza essere iscritto alla CCIAA perché svolgo attività di consulenza e non di commercio e quindi non pago la quota fissa.

    Anni fa avevo fatto un sito per il quale mi ero dovuto iscrivere e avevo pagato 1800 euro a vuoto perché poi il sito non era andato bene e lo avevo chiuso. Si chiama rischio imprenditoriale!

    Se riuscissi a trovare una attività professionale (dai un'occhiata ai codici ATECO) e non commerciale in cui far rientrare la tua attività saresti a posto perché la partita iva, di per sé, non ha alcun costo.

    Non so se si possa aprire una partita iva essendo già dipendente ma questo il commercialista lo sa sicuramente, comunque all'inizio la tua attività si può considerare intrinsecamente occasionale, proprio perché appena iniziata, quindi il mio consiglio è di fare come suggerisce il commercialista e poi valuti se i siti rendono abbastanza.
    La democrazia rappresentativa ha fatto il suo tempo, è ora di passare alla democrazia diretta.
    www.beppegrillo.it

  4. #4
    Utente di HTML.it L'avatar di Kavaweb
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    2,754

    Re: Dilemma partita IVA

    Originariamente inviato da Fabiomondo
    Non c'è un modo per essere in regola senza rischiare un tracollo finanziario?
    Un tracollo solitamente non è prevedibile.
    Se riesci a prevederlo non fare nulla.
    I love Ctrl+Z

  5. #5
    Utente bannato
    Registrato dal
    Sep 2010
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    6
    Ma se sei dipendente l' INPS già lo paghi

  6. #6
    Originariamente inviato da NonCeLaFaccio+
    Per quanto ne so la quota fissa INPS non è legata alla partita iva ma all'iscrizione alla camera di commercio, io per esempio ho partita iva senza essere iscritto alla CCIAA perché svolgo attività di consulenza e non di commercio e quindi non pago la quota fissa.
    Sicuro?


    Originariamente inviato da FerroFuso
    Ma se sei dipendente l' INPS già lo paghi
    Ciao!

  7. #7
    Utente di HTML.it L'avatar di Nkosi
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    412
    Originariamente inviato da FerroFuso
    Ma se sei dipendente l' INPS già lo paghi
    credo che oltre i 5.000 euro l'anno di reddito secondario debba pagare una quota ulteriore.
    - Uccise tremila astronavi spaziali poi fu ucciso da una Lambretta sui viali.
    - No MP tecnici tanto non saprei che cazzo dirvi
    - ... fulgido esempio di intenti

  8. #8
    Utente bannato
    Registrato dal
    Sep 2010
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    6
    Originariamente inviato da Nkosi
    credo che oltre i 5.000 euro l'anno di reddito secondario debba pagare una quota ulteriore.
    Ho cercato qualcosa su google ed ho trovato questo:

    - se il lavoratore dipendente avvia un’attività d’impresa commerciale egli, avendo già un lavoro di almeno 26 ore settimanali che si possa qualificare come prevalente sia in termini di tempo che in termini reddituali (reddito annuo come lavoratore dipendente maggiore del reddito derivante dall’attività commerciale), non dovrà essere iscritto alla gestione commercianti dell’Inps e quindi non dovrà versare ulteriori contributi rispetto a quelli che già versa come dipendente;

    se invece l’attività che viene avviata è di lavoro autonomo (libero professionista), il lavoratore dovrà necessariamente iscriversi alla gestione separata Inps versando il contributo proporzionale del 17%.

  9. #9
    Utente di HTML.it
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    Jan 2011
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    1,469
    non mi risulta esistere nessun tipo di attività autonoma priva di versamenti contributivi (INPS).

    potresti, invece, fondare una snc (o sas), la quale NON paga l'INPS. Tuttavia i costi sia di registrazione, che di notaio, che di commercialista "pesano", anche perchè poi se non sei in linea con gli studi di settore diventi una "società di comodo", e quindi son cazzi (versione sintetica).
    ---
    benvenuto nel magico mondo del lavoro in italia

  10. #10
    Non vorrei dire una pitonata, però mi sembra che per due anni dall'apertura non si paga, poi in base al fatturato dei primi due anni paghi pagando pure per i due anni precedenti. Se chiudi prima paghi quanto dovuto.
    Ma forse ricordo male.

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