Leggo ora...
http://www.dagospia.com/rubrica-4/bu...ario-32452.htm
Quando le guardie svizzere si spogliano della divisa blu e arancione che pare sia stata disegnata da Michelangelo, si dedicano a giochi virili e a riflessioni profonde.

Era inevitabile che dopo la caduta del Presidente Patonza anche loro tentassero un'analisi della situazione che si è creata nella politica italiana e nei rapporti di forza dentro il Vaticano.

Per quanto riguarda l'uscita del Cavaliere, le guardie svizzere ragionano con una mentalità squisitamente militare e sono convinti che i "colonnelli" di Berlusconi non abbiano capito un cazzo della strategia del loro capo. Ai loro occhi i vari La Russa, Verdini, Cicchitto, si sono comportati come dei pretoriani protesi a difendere in nome della famigerata legge Porcellum il proprio ambito di potere al fine di garantirsi un orticello e una zona di influenza con i propri candidati da far eleggere attraverso le liste chiuse.

Questa è la ragione per cui hanno tentato di forzare la mano per le elezioni e di evitare la formazione di un nuovo governo, ed è per questo che ancora parlano di "staccare la spina" in qualsiasi momento al governo Monti.

Secondo le guardie svizzere che dal 1500 si abbeverano alle fontane di Santa Madre Chiesa, i colonnelli-pretoriani non hanno capito che Berlusconi li lascia parlare e sta lavorando a un altro copione che ha bisogno di tempo per riorganizzare il partito sui suoi nuovi obiettivi. La sterzata in favore del governo dei professori ha portato il Cavaliere peccatore a negoziare in primo luogo la sua posizione e i suoi interessi personali. Per questa ragione ha trattato lo smorzamento dei suoi procedimenti giudiziari, e infatti alla Giustizia è stata messa Paola Severino.

Ha negoziato la salvaguardia di Mediaset, e per questo è salito al governo Corradino Passera con una spropositata valigia di competenze. Non solo: l'ex-premier ha anche negoziato il sostanziale mantenimento degli ordinamenti giurisdizionali, e infatti sotto SuperMario è stato piazzato Tonino Catricalà, il sacerdote che durante l'intera esperienza all'Antitrust ha salvaguardato il conflitto di interessi in maniera mirabile al punto tale che oggi a Palazzo Chigi lo chiamano "CatricaLetta".

Come appendice a questo ragionamento, le guardie svizzere aggiungono commenti sarcastici sui giornalisti servili che invece di fare il loro mestiere fanno politica con il risultato di sputtanare l'informazione, ormai priva di qualsiasi credibilità.

Dopo aver abbandonato per un attimo altri giochi virili che li hanno resi famosi nella storia e nella cronaca, le guardie svizzere si scambiano la loro interpretazione sui nuovi equilibri in Vaticano. Per loro non c'è alcun dubbio che il vero vincitore è il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, il cardinale dal volto esangue che è riuscito a imporre 3 ministri (Ornaghi, Balduzzi, Riccardi) per la difesa dei "valori non negoziabili". Il grande sconfitto è invece Tarcisio Bertone, il longilineo Segretario di Stato che il prossimo anno lascerà l'incarico per limiti d'età a Ettore Scola.

L'analisi delle guardie svizzere sembra perfetta e non dimentica il ruolo di Corradino Passera, l'ex-banchiere convertito sulla strada di Todi e del governo che è destinato a giocare un ruolo primario. In Vaticano sono pronti a giocarsi gli elmi e le porpore sull'idea che Passera è arrivato dove è arrivato con il consenso di Bagnasco e di Berlusconi, un appoggio che servirà a rilanciare grandi progetti e a pilotare una privatizzazione della Rai così morbida da non compromettere i valori non negoziabili del Vaticano e gli interessi non trascurabili del Cavaliere peccatore.
Riassunto:
Passera servirebbe a salvaguardare Mediaset
Severino a salvaguardare i processi contro il B. (che in effetti in questi giorni sta tirando un enorme sospiro di sollievo, Buttiglione fu profetico)
Infine Catricalà, quello che ha contribuito a mantenere basso il volume di ciò che riguarda il conflitto di interessi durante la sua permanenza all'antitrust...


Che si tratti davvero di inciucio? O sono singole coincidenze?


Per concludere, una stoccata a quella sottospecie di giornalisti che, inutile a dirsi, condivido appieno visto che lo sostengo da parecchio tempo.
Come appendice a questo ragionamento, le guardie svizzere aggiungono commenti sarcastici sui giornalisti servili che invece di fare il loro mestiere fanno politica con il risultato di sputtanare l'informazione, ormai priva di qualsiasi credibilità.