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  1. #1
    Utente di HTML.it L'avatar di Linkato
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    GianCarlo Caselli e i NoTav: comportamento camorristico

    Il procuratore Caselli denuncia il comportamento violento ed intimidatorio dei violenti noTav... e cita comportamenti camorristici.

    Non sono mai stato un fan di Caselli (anzi), ma questa volta ha pienamente ragione...
    Clima d'odio

  2. #2
    quello che contestano a Caselli è che è andato a dire a giornali e TV che gli arresti non erano contro il movimento ma contro i violenti, andatevi a vedere chi hanno arrestato e poi ne riparliamo.

  3. #3
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    Originariamente inviato da krakovia
    quello che contestano a Caselli è che è andato a dire a giornali e TV che gli arresti non erano contro il movimento ma contro i violenti, andatevi a vedere chi hanno arrestato e poi ne riparliamo.
    Chissà, forse è lui che dice la verità e il movimento fa solo demagogia... d'altronde le affermazioni che fa Caselli sono riscontrabili... quelle del movimento no.

    «Qui non c'entra il dissenso, siamo molto al di fuori della legittima divergenza di opinioni. Quanto al merito dell'indagine mi limito a ricordare che per gli arresti, tra gli uffici di Procura, del giudice delle indagini preliminari e del tribunale dei minori, si sono pronunciati ben dieci magistrati. E adesso altri nove di tre diverse sezioni del tribunale del riesame hanno confermato in pieno l'impianto accusatorio parlando di "devastante e incontenibile violenza collettiva, preventivamente e strategicamente pianificata", e di "configurazione tipicamente sovversiva". Siamo intervenuti in maniera chirurgica, sezionando le situazioni in cui riteniamo di aver raggiunto la prova della singola responsabilità. Altro che sparare nel mucchio!».

  4. #4
    anche Livio Pepino ha detto la sua in merito :
    L’emissione, nei giorni scorsi, della misura cautelare nei confronti di alcune decine di esponenti No Tav per fatti avvenuti sette mesi fa non è una forzatura soggettiva (e, anche per questo, sono sbagliate le polemiche e gli attacchi personali). È qualcosa di assai più grave: una tappa della trasformazione dell’intervento giudiziario da mezzo di accertamento e di perseguimento di responsabilità individuali (per definizione diversificate) a strumento per garantire l’ordine pubblico. Provo a spiegarmi con qualche esempio. Primo. Non era in discussione – e non lo è, almeno per me – la necessità di effettuare le indagini necessarie ad accertare le responsabilità per reati commessi nel corso delle manifestazioni. Ma non è indifferente il modo in cui ciò è avvenuto. Cominciamo dalle misure cautelari. Non erano obbligatorie e, dunque, la loro emissione è stata una scelta discrezionale. Di più, i reati contestati consentono, in astratto e con il bilanciamento di aggravanti e attenuanti, la sospensione condizionale della pena o l’accesso immediato a misure alternative al carcere. Dunque la regola era procedere con gli indagati in condizioni di libertà. Perché, allora, la scelta dell’arresto? L’ordinanza del giudice per le indagini preliminari lo dice quasi con candore: «I lavori per la costruzione della linea ferroviaria Torino-Lione proseguiranno almeno altri due anni; pertanto, non avrà fine, a breve termine, il contesto in cui gli episodi violenti sono maturati; peraltro, il movimento No Tav ha pubblicamente preannunciato ulteriori iniziative per contrastare i lavori». L’indicazione del movimento No Tav e della sua azione di protesta come bersaglio della misura non potrebbe essere più esplicita. Secondo. C’è nel diritto penale, e prima ancora nella civiltà giuridica, un principio di fondo secondo cui la responsabilità è personale e va graduata in base alle caratteristiche dei fatti. Nell’ordinanza, al contrario, il giudizio su ciò che è accaduto nei pressi del cantiere della Maddalena il 27 giugno e il 3 luglio dell’anno scorso si sovrappone in toto alle condotte individuali. Si parte, certo, dall’analisi dei fatti attribuiti a ciascuno ma poi, quasi subito, questo riferimento scompare. Così – avendo come riferimento alcuni frammenti degli scontri avvenuti in quelle giornate – si definiscono «gravi», al punto da giustificare l’arresto, condotte come «afferrare per un braccio un operatore di polizia allo scopo di ostacolarne l’avanzata» o «far parte del gruppo di manifestanti accorsi con una paratia mobile per ostruire il passaggio». Di più, queste condotte, accompagnate dal «permanere nel contesto degli scontri», comportano la contestazione di lesioni in danno di 50 agenti, dovendo ritenersi «superflua l’individuazione dell’oggetto specifico che ha raggiunto ogni singolo appartenente alle forze dell’ordine rimasto ferito, come lo è l’individuazione del manifestante che l’ha lanciato, atteso che tutti i partecipanti agli scontri devono rispondere di tutti i reati (preventivati o anche solo prevedibili) commessi in quel frangente, nel luogo dove si trovavano». Terzo. Per valutare i fatti è necessario collocarli nel contesto in cui avvengono. E invece, nell’ordinanza, il contesto scompare. Sparisce la complessità di due giornate convulse in cui è accaduto di tutto: anche la commissione di reati ma, a fianco e contestualmente, una grande mobilitazione il cui fine non era aggredire le forze di polizia ma ostacolare l’apertura e disturbare la realizzazione di un cantiere ritenuto illegittimo. Spariscono gli “scontri” e tutto si riduce – a dispetto della realtà – a una aggressione collettiva e preordinata nei confronti un bersaglio considerato fisso, immobile e inattivo. Sparisce il lancio – fittissimo – di lacrimogeni, al punto che il possesso di fazzoletti, occhialini, maschere antigas, limoni e finanche farmaci viene considerato come «elemento fortemente indiziante la preordinazione e il perseguimento di un unico, comune, obiettivo» violento anziché come mezzo per proteggersi dal fumo e dai gas e che tutto è decontestualizzato con conseguente assimilazione di fatti diversi (mentre non sono, all’evidenza, la stessa cosa un gesto isolato di rabbia o reazione e una condotta aggressiva preordinata e protratta nel tempo). Tanto basta per segnalare che la questione riguarda direttamente il rapporto tra conflitto sociale e giurisdizione e non solo – come si cerca di accreditare – alcune frange isolate ed estremiste.

  5. #5
    Utente di HTML.it L'avatar di Linkato
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    Originariamente inviato da krakovia
    anche Livio Pepino ha detto la sua in merito : Perché, allora, la scelta dell’arresto? L’ordinanza del giudice per le indagini preliminari lo dice quasi con candore: «I lavori per la costruzione della linea ferroviaria Torino-Lione proseguiranno almeno altri due anni; pertanto, non avrà fine, a breve termine, il contesto in cui gli episodi violenti sono maturati; peraltro, il movimento No Tav ha pubblicamente preannunciato ulteriori iniziative per contrastare i lavori». L’indicazione del movimento No Tav e della sua azione di protesta come bersaglio della misura non potrebbe essere più esplicita.
    Mi basta leggere questo per capire che cercano di infinocchiare demagogicamente chi ci capisce poco... è sconvolgente quest'ultimo passaggio.

    Esiste la reiterazione del reato ed è sufficiente per la misura cautelare, il GIP lo ha detto chiaramente nel dispositivo, altro che manovra sovversiva e bersaglio.
    Ma scherziamo? Una iniziativa più che legittimata dalla Legge viene presa e ritorta, ma è darsi la zappa sui piedi. Il fatto è che il buon Livio cerca di far presa sulla gente che conosce poco di Legge, ma lui la conosce e lo sa che sta dicendo una corbelleria...

    Il fatto che una certa parte di Magistratura Democratica (una certa parte) possa essere simpatizzante dei no Tav non è che può far cambiare una Legge...

    E poi la volete tanto in Italia questa "obbligatorietà dell'azione penale" (che per me è comunque uno schifo per come si è mostruosamente modificata nel tempo).

    C'è e ve la tenete, e che vale solo per Berlusconi?

  6. #6
    Originariamente inviato da Linkato
    C'è e ve la tenete, e che vale solo per Berlusconi?
    ah, non era cosi'?...
    http://larsen.altervista.org/
    Larsen O: 19/06/2001-21/04/2011 (la Rebelia bannara e' stata qui)

  7. #7
    Utente di HTML.it L'avatar di Nkosi
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    Capisco le ragioni dei No-Tav. Ma Caselli fa il suo lavoro, bene, da 40 anni. Credo che abbia le competenze nonché l'imparzialità di sapere quello che dice e quello che fa.
    So che questo intervento porta poco a livello di discussione, ma questo è quanto.
    - Uccise tremila astronavi spaziali poi fu ucciso da una Lambretta sui viali.
    - No MP tecnici tanto non saprei che cazzo dirvi
    - ... fulgido esempio di intenti

  8. #8
    Utente di HTML.it L'avatar di kuarl
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    lavori di ampliamento dei cantieri. Soliti disordini ma stavolta è successo il guaio:

    "Luca Abbà, uno degli esponenti più noti del movimento "No Tav" e proprietario di uno dei terreni destinati all'esproprio ha scalato un traliccio della luce ma avrebbe inavvertitamente toccato i fili della corrente ed è precipitato, è stato soccorso dagli agenti e trasportato all'ospedale. Le sue condizioni sono critiche."

    ...

    " il leader dei No Tav Alberto Perino commenta l'incidente: "Manganelli aveva detto che doveva scapparci il morto e ci sono quasi riusciti - ha dichiarato - Un attacco preordinato, premeditato e studiato bene". "

    Questo qui sembra il Silvio dei tempi migliori

  9. #9
    perino imho andrebbe arrestato per istigazione a delinquere, associazione eversiva, e un paio di altre cosette...

    quanto al vincitore del darwin award: e' da qualche decennio che si sa che l'alta tensione puo' far male...
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  10. #10
    Utente di HTML.it L'avatar di kuarl
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    Il racconto alla radio: "Mi appendo ai fili"


    Questo qui o è deficiente o voleva suicidarsi

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