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Discussione: Giovanni Falcone

  1. #1
    Utente di HTML.it L'avatar di Nkosi
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    Giovanni Falcone

    oggi sono vent'anni dall'attentato.
    Per chi non lo conosce, o non se lo ricorda, wikipedia può essere un inizio
    http://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Falcone
    - Uccise tremila astronavi spaziali poi fu ucciso da una Lambretta sui viali.
    - No MP tecnici tanto non saprei che cazzo dirvi
    - ... fulgido esempio di intenti

  2. #2
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  3. #3
    Utente di HTML.it
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    Nell'anno 1968 è bastata la potenza di due Commodore 64 per lanciare con successo una navicella sulla Luna; nell'anno 2007 ci vogliono la potenza di un processore quad core 3.30 GHz e 3 Gb di RAM (requisiti minimi ufficiali) per utilizzare Windows Vista. Qualcosa deve essere andato storto!

  4. #4
    Utente di HTML.it L'avatar di Pastore12
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    "Ethics are to me something private. Whenever you use it as an argument for why somebody_else should do something, you’re no longer being ethical, you’re just being a sanctimonious dick-head"
    Linus Torvalds

  5. #5
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    Ricordo quel giorno, ero ad un compleanno di un amica (della quale ero innamorato) e venne a prendermi mia madre dicendo che era successa una tragedia.

  6. #6
    Utente di HTML.it L'avatar di Linkato
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    Falcone: ostacolato, insultato, osteggiato, tradito dalle tante forze politiche che adesso lo osannano, in continuazione.

    Una fra le tante: umiliato e costretto a discolparsi pubblicamente davanti al Csm dopo un esposto firmato dallo stesso Orlando (ora sindaco di Palermo). L'accusa: tenere nascoste le carte che accusavano Salvo Lima e di farlo solo per proteggere Giulio Andreotti

    Occorre ricordare anche questo. In Italia si è eroi sempre troppo tardi...

  7. #7
    Utente di HTML.it L'avatar di hfish
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    "grazie" è l'unica parola che mi viene in mente ora per ricordarlo
    Non dobbiamo trascurare la probabilità che il costante inculcare la credenza in Dio nelle menti dei bambini possa produrre un effetto così forte e duraturo sui loro cervelli non ancora completamente sviluppati, da diventare per loro tanto difficile sbarazzarsene, quanto per una scimmia disfarsi della sua istintiva paura o ripugnanza del serpente.

  8. #8
    Utente di HTML.it L'avatar di lnessuno
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    http://isegretidellacasta.blogspot.i...-la-mafia.html

    In occasione del ventennale della strage di Capaci, pubblichiamo le ultime riflessioni di Giovanni Falcone, pubblicate nel maggio del 1992 sul quotidiano l'Unità. Riflessioni non solo lucidissima, ma purtroppo ancora oggi di estrema attualità.

    Anzitutto, occorre sottolineare con vigore che Cosa Nostra (perché questo è il vero nome della mafia) non è e non si è mai identificata con quel potere occulto e diffuso di cui si è favoleggiato fino a tempi recenti, ma è una organizzazione criminosa – unica ed unitaria - ben individuata ormai nelle sue complesse articolazioni, che ha sempre mantenuto le sue finalità delittuose. Con ciò, evidentemente, non si intende negare che negli anni Cosa Nostra abbia subito mutazioni a livello strutturale e operativo e che altre ne subirà, ma si vuole sottolineare che tutto è avvenuto nell’avvio di una continuità storica e nel rispetto delle regole tradizionali. E proprio la particolare capacità della mafia di modellare con prontezza ed elasticità i valori arcaici alle mutevoli esigenze dei tempi costituisce una della ragioni più profonde della forza di tale consorteria, che la rende tanto diversa.
    Se oltre a ciò, si considerano la sua capacità di mimetizzazione nella società, la tremenda forza di intimidazione derivante dalla inesorabile ferocia delle “punizioni” inflitte ai trasgressori o a chi si oppone ai suoi disegni criminosi, l’elevato numero e la statura criminale dei suoi adepti, ci si può rendere però conto dello straordinario spessore di questa organizzazione sempre nuova e sempre uguale a sé stessa. Altro punto fermo da tenere ben presente è che, al di sopra dei vertici organizzativi, non esistono “terzi livelli” di alcun genere, che influenzino e determinino gli indirizzi di Cosa Nostra.
    Ovviamente, può accadere ed è accaduto, che, in determinati casi e a determinate condizioni, l’organizzazione mafiosa abbia stretto alleanze con organizzazioni similari ed abbia prestato ausilio ad altri per fini svariati e di certo non disinteressatamente; gli omicidi commessi in Sicilia, specie negli ultimi anni, sono la dimostrazione più evidente di specifiche convergenze di interessi fra la mafia ed altri centri di potere.
    “Cosa Nostra” però, nelle alleanze, non accetta posizioni di subalternità; pertanto, è da escludere in radice che altri, chiunque esso sia, possa condizionarne o dirigerne dall’esterno le attività. E, in verità, in tanti anni di indagini specifiche sulle vicende di mafia, non è emerso nessun elemento che autorizzi nemmeno il sospetto dell’esistenza di una “direzione strategica” occulta di Cosa Nostra. Gli uomini d’onore che hanno collaborato con la giustizia, alcuni dei quali figure di primo piano dell’organizzazione, ne sconoscono l’esistenza.
    Lo stesso dimostrato coinvolgimento di personaggi di spicco di Cosa Nostra in vicende torbide ed inquietanti come il golpe Borghese ed il falso sequestro di Michele Sindona non costituiscono unargomento “a contrario” perché hanno una propria specificità tutte ed una peculiare giustificazione in armonia con le finalità dell’organizzazione mafiosa.
    E se è vero che non pochi uomini politici siciliani sono stati, a tutti gli effetti, adepti di “Cosa Nostra”, è pur vero che in seno all’organizzazione mafiosa non hanno goduto di particolare prestigio in dipendenza della loro estrazione politica. Insomma Cosa Nostra ha tale forza, compattezza ed autonomia che può dialogare e stringere accordi con chicchessia mai però in posizioni di subalternità.
    Queste peculiarità strutturali hanno consentito alla mafia di conquistare un ruolo egemonico nel traffico, anche internazionale, dell’eroina.
    Ma, per comprendere meglio le cause dell’insediamento della mafia nel lucroso giro della droga, occorre prendere le mappe del contrabbando di tabacchi, una delle più tradizionali attività illecite della mafia. Il contrabbando è stato a lungo ritenuto una violazione di lieve entità perfino negli ambienti investigativi e giudiziari ed il contrabbandiere è stato addirittura tratteggiato dalla letteratura e dalla filmografia come un romantico avventuriero. La realtà era però ben diversa, essendo il contrabbandiere un personaggio al soldo di Cosa Nostra, se non addirittura un mafioso egli stesso ed il contrabbando si è rivelato un’attività ben più pericolosa di quella legata ad una violazione di un interesse finanziario dello Stato, in quanto ha fruttato ingenti guadagni che hanno consentito l’ingresso nel mercato degli stupefacenti della mafia ed ha aperto e collaudato quei canali internazionali – sia per il trasporto della merce sia per il riciclaggio del danaro – poi utilizzati per il traffico di stupefacenti.
    Occorre precisare, a questo proposito, che già nel contrabbando di tabacchi, si realizzano importanti novità della struttura mafiosa. È ormai di comune conoscenza che Cosa Nostra è organizzata come una struttura piramidale basata sulla “famiglia” e ogni “uomo d’onore” voleva intrattenere rapporti di affari prevalentemente con gli altri membri della stessa “famiglia” e solo sporadicamente con altre famiglie, essendo riservato ai vertici delle varie “famiglie” il coordinamento in seno agli organismi direttivi provinciali e regionale.
    Assunta la gestione del contrabbando di tabacchi – che comporta l’impiego di consistenti risorse umane in operazioni complesse che non possono essere svolte da una sola famiglia – sorge la necessità di associarsi con membri di altre famiglie e, perfino, con personaggi estranei a Cosa Nostra. Per effetto dell’allargamento dei rapporti di affari con altri soggetti spesso non mafiosi sorge la necessità di creare strutture nuove di coordinamento che, pur controllate da Cosa Nostra, con la stessa non si identificassero.
    Si formano, così, associazioni di contrabbandieri, dirette e coordinate da “uomini d’onore”, che non si identificavano, però, con Cosa Nostra, associazioni aperte alla partecipazione saltuaria di altri “uomini d’onore” non coinvolti operativamente nel contrabbando, previo assenso e nella misura stabilita dal proprio capo famiglia.
    In pratica, dunque, l’antica, rigida compartimentazione degli “uomini d’onore” in “famiglie” ha cominciato a cedere il posto a strutture più allargate e ad una diversa articolazione delle alleanze in seno all’organizzazione. Cosa Nostra però non si limita ad esercitare il controllo indiretto su altre organizzazioni criminali similari, specialmente nel Napoletano, per assicurare un efficace funzionamento delle attività criminose. Il fatto che esiste anche a Napoli una “famiglia” mafiosa dipendente direttamente dalla “provincia” di Palermo, non deve stupire perché la presenza di “famiglie” mafiose o di sezioni delle stesse (le cosiddette “decine”), fuori della Sicilia, ed anche all’estero, è un fenomeno risalente negli anni. La stessa Cosa Nostra statunitense, in origine, non era altro che un insieme di “famiglie” costituenti diretta filiazione di Cosa Nostra siciliana.

    ... continua seguendo il link, il testo è troppo lungo ...


    Giovanni Falcone

  9. #9
    Credo si stia rivoltando nella tomba, a vedere cos'è diventato il paese per cui ha dato la vita.
    Lo Spirito E' Forte
    Ma La Carne E' Debole

    Ognuno è artefice del proprio destino
    Ogni scelta, azione o decisione comporta una reazione del sistema a cui tu e tu solo dovrai rispondere

  10. #10
    oppure si può ricordare quando fu accusato di essersi messo da solo la bomba all'addaura, tra gli altri ricordo una prima pagina de l'unità che lo accusava di questo
    falcone e con lui borsellino, sono stati dei veri eroi, da cui lo sbocco di vomito a sentire chiamare nello stesso modo mangano il mafioso
    Non parlare di dolore finchè non hai visto le lacrime dei guerrieri

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