I nuovi farmaci anticancro? Disponibili subito solo in quattro Regioni
Quando si dice morire di burocrazia...
Quando, dopo lunghi anni di sperimentazione prima nei laboratori di ricerca e poi nelle corsie d’ospedale, un nuovo farmaco viene finalmente giudicato efficace e approvato dall’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco), l’indicazione dovrebbe essere immediatamente recepita dai Prontuari Terapeutici Regionali in modo tale che la cura sia disponibile il più in fretta possibile per i malati di tutta Italia. Cosa che avviene, purtroppo, soltanto in Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia-Giulia, Marche e nella Provincia autonoma di Bolzano.
Nel resto della penisola la sanità funziona diversamente perché prima che un farmaco antitumorale divenga effettivamente disponibile nelle farmacie ospedaliere italiane deve completare procedure che possono essere diverse da regione a regione e, nella stessa regione, anche tra le varie Aziende Sanitarie. Insomma, di fatto, ogni regione (visto che ciascuna è dotata di un proprio prontuario terapeutico) si organizza come vuole e come può e i farmaci «nuovi» non vengono resi disponibili ai malati fino a quando, e solo se, vengono esaminati e approvati anche da Commissioni tecnico-scientifiche regionali.
In parole povere: Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia-Giulia, Marche e nella Provincia autonoma di Bolzano sono dei pazzi perchè approvano subito il farmaco senza commissioni (magari politicizzate) che si devono riunire e decidere dopo studi sudatissimi.