chiedo lumi sulle possibili azioni da intraprendere in questo caso.
Premetto che non è un problema mio (essendo donna qualcuno potrebbe pensarlo :P ), ma un problema di Maria (nome di fantasia) che lavora come commessa.
Maria è in attesa del primo bimbo, vorrebbe continuare a lavorare, ma il datore di lavoro non tutela correttamente l'ambiente di lavoro e Maria si trova a rischiare di perdere il bambino.
A questo punto, Maria sceglie (tutelando la vita in arrivo) di entrare in maternità.
L'assegno di maternità arriva dall'INPS (a meno di errori) al suo datore di lavoro il quale, su un importo dovuto di X, a lei gira X-TOT dove TOT lui le giustifica come spese di gestione del dipendente. Accampa scuse dicendo che lui paga i contributi e lei non lavora (i dipendenti sono un costo e la maternità è tutelata per legge) e che deve pagare comunque il consulente per il disbrigo della pratica (come se il consulente lo pagasse a numero pratiche gestite).
Il datore di lavoro minaccia anche il licenziamento di Maria (qualora lei non accetti questa riduzione di stipendio comunque elargito dall'INPS).
C'è anche la paura di Maria di non lavorare presso altri posti qualora denunciasse il datore di lavoro in questione (Maria vive in una piccola città dove la gente chiacchera).
Come può difendersi Maria?
Io penso ci sia una bella truffa all'INPS (da denunciare alla finanza), ma servono prove...cosa le consigliereste?