In collaborazione con la Fondazione Pronostici Politici Maurizio Mosca.
Basta chiacchiere, si entra nel vivo.
Partiamo dai dati oggettivi: senza Governo, sembra imprescindibile un presidente che in Europa sia stimato e considerato. Tra i politici sono solo 3 in Italia, inutile girarci intorno: Prodi, Amato e Monti . Un gradino dietro, D'Alema e Bonino, che sono ben ricordati per le loro esperienze internazionali. Altri, in Italia, non ce ne sono. Ovviamente se le trattative per il presidente portassero anche ad un accordo di governo, questo problema (eleggere un presidente stimato all'estero causa vacanza di governo) non sussisterebbe.
Per il resto, la via dell'accordo ampio sul nome resta la più probabile, con accordo entro le prima tre votazioni. I nomi più gettonati:
Amato, esperienza pregressa, stimato all'estero, non odiato a destra, solida caratura istituzionale. Difetti: non piace a sinistra (SEL) e rischia qualcosa a livello di franchi tiratori.
D'Alema idem come sopra, ma più gradito a sinistra del primo. Meno rischio dai franchi tiratori, perchè Renzi ha stretto con lui un patto di ferro da meno di 5 giorni.
Finocchiaro poca esperienza internazionale e frenata da Renzi e dallo scetticismo del Pdl; è però il candidato quasi ufficiale della Lega.
Novità delle ultime ore, Sabino Cassese, giudice costituzionale, uno dei maggiori giuristi (non solo italiani) viventi, liberal-progressista, potrebbe imporsi come compromesso di larghe intese non politico. Non ha esperienze politiche passate ma ha tutte le competenze per sapersi muovere in ambito istituzionale.
In caso di mancato accordo, dalla quarta votazione, basta la maggioranza semplice ed il centrosinistra dispone di 495 voti sui 504 necessari, teoricamente può fare quello che vuole o quasi.
In questo scenario (mancato accordo, quarta votazione), è favorito Prodi, cattolico, stimatissimo all'estero, nessun problema a sinistra, odiato a destra (ma qui poco male perchè il presupposto è il mancato accordo), rischia qualcosa sul fronte renziano (Renzi ha il terrore che Prodi favorisca un governo Bersani di minoranza, lui vuole votare subito) ma prenderebbe voti su quello grillino.
Altro nome possibile, sempre in caso di mancato largo accordo, è quello di Rodotà per il quale, dal punto di vista professionale, vale il giudizio su Cassese ma a differenza di quello ha una solida esperienza politica: 4 volte deputato della sinistra, addirittura ex presidente del Pds, come Prodi nella top ten grillina, addirituta sul podio e quindi in grado di drenare voti, anche lui a rischio franchi tiratori.
Non va taciuto uno scenario però: il centrosinistra alla quarta votazione propone un suo nome, verosimilmente uno dei due che precede, e centrodestra, montiani (che vogliono un nome condiviso, qualunque sia) e renziani si eleggono il presidente (con ogni probabilità Amato). Risultato, scissione immediata nel Pd.
Considerazione ultima. Il presidente della repubblica non è il presidente del consiglio. Io non avrei mai votato Ciampi alle elezioni, ma Ciampi, per me, è stato un ottimo presidente della repubblica. Non sono sicuro che Monti, Amato o Casini, che certo non voterei, non sarebbero validi presidenti della repubblica. Servono qualità diverse.