Ho fatto un piccolo articolo che può interessare agli appassionati di musica e, magari, anche a chi ne è a digiuno ma gli piacerebbe conoscere qualcosa di nuovo
Chopin e l'evoluzione musicale: il caso della nota "sbagliata"
Alcune composizioni di Chopin diedero scandalo, come ad esempio alcuni Preludi (il secondo, in La minore, su tutti) e la seconda Sonata per pianoforte che, al posto di un classico brano lento, presenta una Marcia funebre («un “Adagio” in Re bemolle avrebbe fatto un’impressione migliore» cit. Robert Schumann).
Siamo a inizio Ottocento, musica e armonia sono un tutt’uno; niente passaggi eccessivamente arditi, men che mai dissonanze (vade retro!). Chopin dimostrò il suo raffinatissimo gusto già prima della celebre Marcia Funebre, precisamente ai tempi della prima Ballata, numero d’Opera 23. Cercava sempre il suono migliore, restava anche ore al pianoforte per decidere se lasciare o meno una sola nota (come raccontò George Sand). Componeva così, anche se la scelta definitiva superava i canoni musicali.
La prima Ballata inizia con un’introduzione chiusa da due semplici accordi, il secondo dei quali arpeggiato (le cui note, cioè, vengono suonate in rapida successione). Secondo l’armonica classica dovrebbe essere un Re-Sol-Re, mentre la partitura recita Re-Sol-Mi bemolle, una differenza minima, tanto che l’editore e gli stampatori pensarono a uno sbaglio. Sostituirono il Mi bemolle col canonico Re, creando confusione.
In realtà il Mi bemolle, quel Mi bemolle, dà un leggerissimo senso di incompiuto e di attesa, perfetto per chiudere l’introduzione; sembra preparare l’ascoltatore alla successiva narrazione musicale.
Inutile dirlo, seguì una diatriba per stabilire quale fosse la nota giusta. Venne interpellato persino il suo contemporaneo Franz Liszt, uno dei più grandi pianisti di tutta la storia. “Preferisco il Mi bemolle” fu la sua risposta.
Per questo (e altro) i critici arrivarono a dire che Fryderyk Chopin infrangeva le regole basilari della musica perché, evidentemente, non le conosceva. Dimenticando che, per infrangerle, le regole vanno conosciute (cit. Marco Beghelli).
Il mondo evolve e la musica non fa eccezione. Ce lo insegna la storia.
Curiosi di ascoltare il brano? Ecco un'interpretazione della celebre pianista Hélène Grimaud.