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  1. #1
    Utente di HTML.it L'avatar di Kahm
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    da cosa è derivato il grande numero di anime ambientati nelle alpi?

    come da titolo
    perchè 20 anni fa molte anime giapponesi erano ambientate nelle alpi?
    vedasi:
    Alpen Rose
    Heidi
    belle e sebastiane
    annette
    .....
    NN vi diro mai chi sono in realta,
    tutti i miei 3D sono orfani, non insistete per farmi rispondere ai 3D aperti da me

  2. #2
    Moderatore di PHP L'avatar di Alhazred
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    Boh, si vede che andava di moda la montagna.

    Belle e Sebastiane è ambientato sui Pirenei

  3. #3
    Utente di HTML.it L'avatar di carlo2002
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    La scrittrice di Heidi era svizzera.
    Errare humanum est, perseverare ovest

  4. #4
    Utente di HTML.it L'avatar di Reiuky
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    Originariamente inviato da carlo2002
    La scrittrice di Heidi era svizzera.
    E niente di più facile che, dopo la prima serie, gli altri abbiano scopiazzato.

    Pensate alla saga di mimì aiuara (c'erano almeno 5/6 serie che parlavano di una ragazza prodigio della pallavolo, in italia si chiamavano tutte mimì aiuara tranne Mila Azuky -comunque si scrivessero)
    A volte penso che, nel darci l'intelletto, la natura sia stata più sadica che generosa.

  5. #5
    sono tutti orfani se non erro.
    My life is so empty,Nothing to live for.
    My mind is all confusion,
    'Cos I defied the law.

  6. #6
    Moderatore di PHP L'avatar di Alhazred
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    Originariamente inviato da carlo2002
    La scrittrice di Heidi era svizzera.
    Ecco, ho cercato per gli altri:
    Annette invece è tratto da un libro di un'inglese
    Alpen Rose invece è originale di una giapponese

    Comunque come per le produzioni cinematografiche, anche per i manga/anime si produce ciò che "tira" al momento.

    Ad ogni modo, nei manga/anime, le storie sono sempre studiate in modo da insegnare l'importanza del lavoro di squadra e dell'amicizia, l'importanza nell'insistere per raggiungere i propri obiettivi e di essere forti davanti ai momenti difficili.

  7. #7
    Utente di HTML.it L'avatar di Reiuky
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    Originariamente inviato da Alhazred
    Ecco, ho cercato per gli altri:
    Annette invece è tratto da un libro di un'inglese
    Alpen Rose invece è originale di una giapponese

    Comunque come per le produzioni cinematografiche, anche per i manga/anime si produce ciò che "tira" al momento.

    Ad ogni modo, nei manga/anime, le storie sono sempre studiate in modo da insegnare l'importanza del lavoro di squadra e dell'amicizia, l'importanza nell'insistere per raggiungere i propri obiettivi e di essere forti davanti ai momenti difficili.
    L'importanza di comprare il giocattolo / il gadjet / le carte non ce lo metti?
    A volte penso che, nel darci l'intelletto, la natura sia stata più sadica che generosa.

  8. #8
    Utente di HTML.it L'avatar di Ranma2
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    Originariamente inviato da Reiuky
    L'importanza di comprare il giocattolo / il gadjet / le carte non ce lo metti?
    il gadjet cosa sarebbe?

    La commercializazione e il merchandising al tempo erano praticamente inesistenti. Qualcosina c'era ma non come adesso.

    Una buona percentuale degli anime degli anni 70 erano ripresi da romanzi non sembre giapponesi. Mi viene in mente "Conan, il ragazzo del futuro", era ispirato da unr omanzo di Alexander Key, statunitense se non ricordo male.

  9. #9
    Moderatore di PHP L'avatar di Alhazred
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    Originariamente inviato da Reiuky
    L'importanza di comprare il giocattolo / il gadjet / le carte non ce lo metti?
    Non è sempre andata così, all'inizio non c'era nulla attorno agli anime, poi si è iniziato a trovare qualche albo per le figurine e qualche puapazzetto.
    Tutto il casino di merchandising che ci gira attorno adesso è più recente e comunque non impatta sui temi scelti per le storie, prima si scrive la storia e si realizza l'opera, poi in base a questo si creano le varie cose da vendere per i fan.
    Anche perché se un manga/anime non ha successo, non è che hanno capannoni di magliette e pupazzetti che non venderanno mai, si decide di produrli solo se si ottiene un certo successo.

  10. #10
    Utente di HTML.it L'avatar di Reiuky
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    Originariamente inviato da Alhazred
    Non è sempre andata così, all'inizio non c'era nulla attorno agli anime, poi si è iniziato a trovare qualche albo per le figurine e qualche puapazzetto.
    Tutto il casino di merchandising che ci gira attorno adesso è più recente e comunque non impatta sui temi scelti per le storie, prima si scrive la storia e si realizza l'opera, poi in base a questo si creano le varie cose da vendere per i fan.
    Anche perché se un manga/anime non ha successo, non è che hanno capannoni di magliette e pupazzetti che non venderanno mai, si decide di produrli solo se si ottiene un certo successo.
    Permettimi di dissentire.

    I vari bayblade, youghiho, macchinine a comando vocale sono evidentemente nati per vendere il prodotto.

    Certo, non è che il fatto di vendere il prodotto sia una garanzia di insuccesso. Ricordiamo che anche i trasformers era nato per vendere i giocattoli. Però ultimamente è sempre più palese e talmente orientato a quello che diventa addirittura fastidioso.

    Cioè, ci rendiamo conto che siamo arrivati al limite di "Siamo su un treno che tra 10 minuti si schianterà contro un muro. che facciamo?"
    "Una partita a carte!"


    E poi c'erano anche ai tempi nostri. Voi ricordate i due anelli che stavano nel portacipria di stilly che servivano a niente dal punto di vista della storia visto che la bambina li teneva sempre nel portacipria?
    A volte penso che, nel darci l'intelletto, la natura sia stata più sadica che generosa.

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