La proposta di legge elettorale del MoVimento si dovrebbe dunque ispirare al sistema spagnolo con riguardo ai punti precedenti. Occorre però correggere un difetto fondamentale, messo in luce dalla dottrina politologica e costituzionalistica iberica: troppo potere ai partiti e poco agli elettori. È un difetto grave per il MoVimento e rischia di pregiudicare i primi due obiettivi posti in premessa.
Ecco allora perché la proposta elaborata innesta nell’impianto adottato componenti fondamentali che si ispirano al sistema svizzero, che invece si contraddistingue per massimizzare la libertà di scelta dell’elettore e la sua capacità di determinare la politica perseguita dagli eletti.
Si tratta dell’aspetto più innovativo della proposta, che massimizza gli effetti benefici della preferenza neutralizzandone i difetti.
La preferenza, infatti, presenta certamente lati positivi (che sono alla base della battaglia del MoVimento per la sua reintroduzione). Ma ha anche risvolti negativi: aumenta i costi della campagna elettorale, incrementa la concorrenza ed anche la conflittualità intrapartitica, accresce il ruolo delle lobbies, favorisce i comportamenti eccentrici di singoli candidati dentro i partiti e, soprattutto in certi contesti, premia comportamenti clientelari e persino attività corruttive.
Il sistema che si propone sembra però neutralizzare tali effetti negativi.
Eccola in sintesi (si veda la bozza di scheda elettorale):
a. l’elettore deve scegliere una lista;
b. l’elettore può anche cancellare un certo numero di candidati inseriti nella lista che ha prescelto1;
c. per ogni candidato cancellato l’elettore può esprimere una preferenza a favore di un candidato della lista o anche di un candidato di altra lista.