All’evento e’ presente un gruppetto di sostenitori del complotto. La caratteristica prima di questi personaggi è di filmare integralmente ogni conferenza a cui assistono. Però nessuno deve averli ancora informati dell’invenzione del cavalletto, perché e’ tipico vederli per tutto il tempo con la videocamera in mano e il braccio traballante alzato, con il sangue fermo al gomito e l’avambraccio ghiacciato ormai prossimo alla cancrena. Anche in questa occasione ce n’è uno che sta tutto il tempo in questa posizione, salvo quando interviene, nel qual caso passa la telecamera ad un amico. Siccome l’italiano quando parla tipicamente sbraccia, ne verrebbe fuori una sequenza da far vomitare pure Parmitano. Uno di loro prende la parola e, puntando il dito contro la platea dice: “abbiamo le vostre immagini, vi conosciamo tutti, sappiamo chi siete!”. In altre occasioni mi preoccuperei dell’avvertimento in perfetto stile mafioso, ma in questo caso sto tranquillo: avranno pure le nostre immagni, ma saranno certamente mosse.
Il primo complottaro a prendere la parola ha un esordio che la dice tutta: “io non sono un esperto, però…”. Il buon senso vorrebbe che uno dicesse “io non sono un esperto punto”. Non “però…!”. Non è che uno può dire “io non sono un esperto, di mestiere faccio il commercialista, però per fare i trapianti di cornea si deve fare così e cosà…” No, io non sono un esperto e quindi quello che posso dire su qualcosa che invece necessità di esperienza e competenza, come nella fattispecie la conoscenza dei meccanismi di formazione di scie di condensa a seconda della temperatura, dell’umidita’ e della pressione, se non sono un esperto so che probabilmente dirò solo cazzate! E invece per certi basta leggere un paio di siti web qua e là per credersi comunque abbastanza esperti, salvo premettere che non si è esperti. A che servirà mai studiare e specializzarsi, oggi che si trova tutto in rete?
Prima perla: il tipo, quello che “non era un esperto però”, dice di avere fatto una foto, con una macchina fotografica compatta, di un aereo che emette scie di condensa (che per lui sono però chimiche) e che non può certamente essere troppo alto in quota, dice lui, perché, testualmente, “la mia macchina a 8 chilometri non ci arriva”. Se ne deduce che ad esempio la sua macchina non è capace di fotografare la luna, se oltre gli 8 Km non va! Non solo, ma qualunque paesaggio gli verrà tutto bianco se è più distante di 8 Km, perché la sua macchina “non ci arriva”. La sua tesi è che l’aereo da lui fotografato deve essere più basso di 8 Km, quota oltre la quale mediamente gli aerei formano le scie di condensa, e quindi deve essere un aereo militare o segreto. Per spiegare come ha fatto a fotografarlo se ne esce trionfante con: “
Perché io ZUMMO!!!!“. Non è chiaro cosa volesse sottintendere, non è nemmeno chiaro il suo ragionamento, ma sono comunque in preparazione stock di migliaia di t-shirts con la scritta
“Perché io ZUMMO!!!” che diventeranno il must della nuova collezione autunno-inverno.
Il gruppo di complottari si accende all’unisono quando chiedo con aria finta tonta come mai, dato che il complotto non sarebbe mai emerso senza la visibilità delle scie nel cielo, gli organizzatori del complotto sono stati così ingenui da irrorare di giorno, quando se lo avessero fatto solo di notte nessuno avrebbe notato la cosa e tutto sarebbe passato probabilmente inosservato. Si scatena il putiferio, con il più accanito, la mente del gruppo, che dice “ma irrorano anche di notte!”. Ok, ribadisco, ma perché non irrorano solo di notte! Se avessero irrorato solo di notte, dico, non lo avresti mai notato, e nemmeno quelli che per primi hanno ipotizzato l’idea del complotto, perché di notte le scie si vedono molto meno, soprattutto se non c’è la luna, e probabilmente nessuno ne avrebbe mai parlato. “Ma le scie ci sono anche di notte!” ribadisce con veemenza. Va bene, replico, ma proprio non hai capito il punto… Ma ecco che un altro entra a gamba tesa nella discussione pronunciando con rabbia l’enigmatica frase: “ma insomma, un camionista non puo’ guardare il cielo di notte?”. A quel punto, leggermente disorientato, taccio.
Un altro complottista sostiene convinto che un motivo per cui si irrora il cielo di alluminio è che la Monsanto ha sviluppato un seme OGM che resiste all’alluminio. A parte che non è vero, perché i brevetti a riguardo sono del governo americano e di quello brasiliano, che li sfruttano per creare semi che attecchiscano in terreni tropicali dove il ph del terreno è così basso da permettere all’alluminio naturalmente presente (l’alluminio è uno dei metalli più comuni sulla crosta terrestre) di divenire solubile non permettendo a semi normali di crescere in maniera sana (ecco il brevetto). A parte questo, e a parte il fatto che la Monsanto non è affatto l’unica a produrre semi al mondo(fonte) anche considerando solo le multinazionali, l’idea che la Monsanto o chi per lei abbia intrapreso l’attività di irrorare per 20 anni i cieli pagando milioni di persone e usando migliaia e migliaia di aerei, quindi con costi pazzeschi, per poi sviluppare e commercializzare un seme resistente al suo stesso veleno è veramente demenziale. E’ come se la Nike avesse deciso di spendere miliardi di miliardi di dollari per impiantare a tutti nel sonno e a proprie spese una terza gamba per poi poter vendere piu’ scarpe.
L’altra domanda che li fa imbestialire è come mai, a fronte di un complotto che implicherebbe la partecipazione e la connivenza di milioni di persone al mondo, nessuno tradisca, nessuno parli. La loro motivazione è che nessuno parla perché ha paura di perdere il lavoro. Qualcuno fa loro notare che persino nella mafia e nelle organizzazioni criminali, che comunque coinvolgono un numero di persone di gran lunga inferore, c’è chi spiffera tutto portando prove, e quindi la loro argomentazione è poco credibile. Chiedo come sia possibile che chi sa del comploto taccia pur sapendo che sta collaborando a spargere sostanze nocive nell’aria, e quindi nocive anche per se stesso e la sua famiglia. All’Ilva a Taranto, ad esempio, ci sono stati operai che hanno denunciato l’azienda proprio per questo motivo. La risposta, caso mai ci sia stata, non l’ho capita.
Dopo la conferenza mi metto a parlare con due che sembrano essere disposti a dialogare. Dico loro che secondo me stanno sbagliando completamente il target delle loro accuse. Dico che di fronte a problemi innegabili che affliggono la terra, quali il riscadamento globale e le emissioni di CO2, o che più a scala ridotta minano la salute pubblica, come l’inquinamento nelle città, le emissioni di gas e polveri, trovo assurdo che essi scarichino le colpe di tutti i mali verso un nemico che non c’è. La risposta è disarmante: l’effetto serra causato dall’emissione di CO2 nell’atmosfera non esiste, è un’invenzione di tutti i climatologi per sviare l’attenzione dalle scie chimiche, che sono la vera causa del riscaldamento globale e di tutti i problemi del clima che cambia. Ora, scrivo a mio nome e se non sono politically correct me ne assumo le responsabilità, per cui lo dico: oltre a mostrare una totale incompetenza di quello di cui si sta parlando, questo comportamento è estremamente stupido, perché offre l’alibi a tutti coloro che sono effettivamente responsabili dei problemi che affliggono la terra e minano la nostra salute di continuare a farlo, perché tanto non è colpa loro, ma delle scie chimiche. Sfilare in piena città con uno striscione con scritto “basta gasare vogliamo respirare”, e dare la colpa alle scie chimiche, e non all’urbanizzazione selvaggia, il traffico, le polveri sottili, il benzene, i tir che circolano in centro, l’inquinamento causato dalle nostre azioni quotidiane, è innanzitutto immensamente stupido, perché automaticamente assolve i veri responsabili dello scempio perpetrato nelle nostre città. E questo è un pessimo servizio alla comunità.
L’altra convinzione radicata degli sciachimisti è che una volta, già solo 20 anni fa, le scie nel cielo non c’erano. Provo a dire che io mi ricordo molto bene, da bambino, che vedevo le scie degli aerei nel cielo dal balcone di mia nonna: il tipo con cui parlo mi risponde che mi hanno plagiato e convinto di una cosa che non è. Provo a dire che ci sono foto e filmati che mostrano queste scie gia’ 70 anni fa, e lui mi risponde che i filmati sono stati falsificati dai militari. Provo a dire che conosco un meteorologo dell’Arpa che mi conferma l’inconsistenza della tesi del complotto delle scie (oltre al fatto che il problema del riscaldamento globale è reale eccome!), e lui mi guarda come se gli avessi detto che conosco Toto Riina che mi ha confermato che la mafia non esiste.
Mi dice poi che lui crede soltanto a quello che vede, e non alle spiegazioni, secondo lui fantasiose, sulle scie chimiche che sarebbero scie di condensa. Lui vede scie nel cielo che giudica strane, e quindi quelle scie sono strane! Gli dico che sbaglia, perché credere solo a quello che si vede può portare a prendere immense cantonate. Tralasciando l’esempio delle illusioni ottiche che a volte ci lasciano di stucco, immagino che quindi egli creda anche che Silvan seghi realmente in 3 pezzi Raffaela Carrà, ci passi il cerchio in mezzo, e poi la ricomponga tra gli applausi del pubblico. Questo è quello che si vede, e io, come sono certo anche lui, onestamente non so darne una spiegazione.
Insomma, a me questi sciachimisti ricordano tanto quegli ipocondriaci che si autodiagnosticano un male pazzesco e vanno dal medico non sperando che egli dica loro che non hanno niente, ma per avere la conferma della loro convinzione. E quando il medico invece dice loro che non sono malati, si incazzano, lo tacciano di incompetenza e cambiano medico. E siccome la diagnosi di tutti i medici sarà la stessa, e cioè che non hanno niente, tutti i medici diventano ai loro occhi incompetenti.
E infine il mio interlocutore, che vive a Ferrara, aggiunge, indicando la finestra, che “un cielo così lui non lo aveva mai visto”, e quindi questo conferma che le scie chimiche esistono, perché le scie chimiche sono la causa della foschia. La giornata infatti è afosa, molto umida, con foschia e cielo lattiginoso. Si addensano nuvole cariche di umidità, e per il pomeriggio prevedono temporali (e infatti dopo è piovuto). Ora, ragioniamo con calma. Io potrei capire che un tibetano, abituato ai cieli tersi dell’Himalaya, se catapultato in Val Padana dicesse “io una chiavica di cielo come questo non l’avevo mai vista!”. Lo capirei, detto da un tibetano. Ma da un ferrarese, porcaputtana, da un ferrarese!!! Che d’inverno a Ferrara sulla nebbia ci appoggiano le biciclette!!! Un ferrarese che mi dice che lui un cielo con la foschia non lo aveva mai visto prima d’ora, ma dove è vissuto durante i suoi trent’anni, età che a occhio e croce dimostra? Sarà stato sempre chiuso in camera di fronte a un poster delle Maldive convinto che quello fosse la finestra?
La considerazione che mi viene in mente a questo punto è che questa gente, che vede complotti e attentati contro la propria incolumità ad ogni angolo, vive malissimo! Se un ferrarese, che tipicamente impara a dire nebbia ancor prima di mamma, vede in una giornata con un po’ di foschia il risultato di un complotto contro di sé, ordito da menti raffinatissime e che coinvolge mezzo mondo, dalla CIA al fruttivendolo, vuol dire che la vita di questa persona è un inferno, perché questo vedrà complotti nelle cose più banali. E’ uno che se gli lasciano una pubblicità di un centro dimagrante sul tergicristallo pensa che sia un’intimidazione dei Templari!
E poi qualcuno chiede a uno dei complottari: “Ma voi a cosa pensate che servano le scie chimiche? ” La risposta è: “Preferisco non rispondere a questa domanda”. E con questa risposta che la dice tutta sulla logica dei sostenitori del complotto, stendiamo un pietoso sipario.
PS. E’ giusto aggiungere una cosa successa alla fine. Uno di questi bravi ragazzi, prima di andare via, è entrato in un bagno e ha defecato per terra, urinando sui muri, e intasando il water con la carta. Anche questo può’ succedere negli incontri ravvicinati coi complottisti delle scie chimiche.